Qualità del mare in Sicilia, risultati 2016 di Goletta Verde Fortemente inquinati 17 siti, oltre metà molto frequentati

Analisi della qualità delle acque effettuate in 26 punti. Oltre la metà, esattamente 17, sono risultati fortemente inquinati. È il risultato del report di Goletta Verde per la stagione estiva 2016 in Sicilia. Peggio degli ultimi due anni: nel 2015 erano state 15 le spiagge da evitare, nel 2014 una in meno. Quest’anno a presentare cariche batteriche elevate sono 17, in alcuni casi «anche più del doppio dei limiti imposti dalla normativa», sottolineano i tecnici che hanno portato avanti la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane.

I prelievi e le analisi sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 4 e l’8 luglio 2016. Sono risultati fortemente inquinati le foci del torrente (o Patrì) in località Cantone in provincia di Messina, e quella del fiume Alcantara a San Marco, al confine tra Calatabiano e Giardini Naxos, quindi tra le province di Messina e Catania; lo sbocco dello scarico fognario all’inizio del lungomare Galatea ad Aci Castello; la foce del canale Grimaldi, al Porto Grande-zona Pantarelli di Siracusa; e ancora cinque siti nel Palermitano: alla spiaggia tra Capitaneria e vecchio oleificio al porto di Termini Imerese; al piano Stenditore lungomare in località Ponticello a Santa Flavia; alla spiaggia tra la chiesa e l’ospedale Buccheri La Ferla in località Bandita di Palermo; alla foce Nocella, in contrada San Cataldo, tra Terrasini e Trappeto; allo scarico fognatura di Terrasini, nei pressi della diga foranea del porto; allo sbocco dello scarico di fronte corso Mattarella a Villa Grazia di Carini; allo sbocco del depuratore presso la foce del torrente Chiachea, sempre a Carini e alla foce del torrente Pinto a Trappeto. Due campionamenti fortemente inquinati anche in provincia di Trapani, rispetto ai quattro monitorati: alla foce del canale nei pressi dello scarico del depuratore nella frazione di Marinella di Selinunte a Castelvetrano e alla foce del fiume Delia a Mazara del Vallo (Lungomare di Levante, foce Arena). A Gela bandiera rossa alla foce del fiume Gattano, in località Macchitella. Infine, in provincia di Agrigento, fortemente inquinati la spiaggia a valle del depuratore a Licata e la foce del torrente Canzalamone in località Stazzone di Sciacca

I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli). Vengono definiti inquinati i siti in cui i valori superano i limiti previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e fortemente inquinati quelli dove il limite viene superato più del doppio. I punti scelti sono stati individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta. 

«Vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge – spiega la portavoce Mariateresa Imparato -. Queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare». Il fatto che si tratti di luoghi critici non implica che non siano frequentati dai bagnanti. Anzi, Legambiente sottolinea che «rispetto ai 17 punti che abbiamo giudicato fortemente inquinati in ben dieci casi ci troviamo in prossimità di luoghi che registrano un’affluenza media di bagnanti e in alcuni casi addirittura alta, nonostante in alcuni casi ci siano anche i cartelli di divieto di balneazione».

Oltre alla qualità delle acque è stata monitorata la pulizia delle spiagge, in particolare la presenza di rifiuti plastici e da mancata depurazione che, sottolinea il report, «buttati nel water e non venendo bloccati dagli impianti di depurazione malfunzionanti finiscono in mare e sulle spiagge. Parliamo – si legge ancora – di assorbenti, blister e cotton fioc». In questa speciale classifica la maglia nera a livello nazionale è toccata a una città siciliana, quella di Olivella nel comune di Santa Flavia (vicino Palermo), dove i volontari di Legambiente hanno trovato, nello scorso mese di maggio, 1.252 rifiuti in cento metri di spiaggia. 

Il problema principale resta la mancanza o il cattivo funzionamento dei depuratori. Un disastro sottovalutato per decenni certificato dalle sanzioni milionari comminate dall’Unione europea all’Italia proprio per la situazione della Sicilia. «L’ultima multa in arrivo sarà di circa 185 milioni di euro (la più alta in Italia), pari a 37 euro per ogni cittadino, a fronte della media nazionale di 8,1 euro», sottolinea Goletta verde citando il rapporto della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche. In totale gli agglomerati urbani in Sicilia dove sono state riscontrate anomalie nel trattamenti dei reflui, e quindi oggetto di sanzione dell’Ue, sono 204, cioè il 72,6 per cento del totale regionale

Infine Goletta verde sottolinea la mancanza di informazioni ai cittadini nelle spiagge, «nonostante da due anni sia scattato l’obbligo per i Comuni di apporre pannelli informativi, secondo uno specifico format europeo, dove devono essere riportate tutte le informazioni circa qualità delle acque che prende in considerazione la media dei prelievi degli ultimi quattro anni (classi: eccellente, buona, sufficiente, scarsa), i dati degli ultimi prelievi e le possibili criticità della spiaggia stessa». In nessuno dei punti dove sono stati effettuati campionamenti erano presenti queste informazioni. 

«Sulla sostenibilità ambientale, sulla qualità del mare e delle coste, si gioca una scommessa che la Sicilia deve assolutamente vincere se si vuole garantire un reale futuro ai nostri territori – commenta Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia -. Purtroppo fino ad ora nessuno dei governi regionali che si sono succeduti hanno affrontato quella che a nostro avviso rappresenta una priorità per il rilancio ambientale ed economico di questa terra. Il paradosso è che sul fronte della depurazione i fondi erano disponibili, ma non si è stati in grado fino ad ora a spenderli. È tempo che il governo regionale affronti finalmente questa emergenza con determinazione e costanza».


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