L'amministrazione ha detto sì all'atto di indirizzo politico che permetterà di avviare le convenzioni per la realizzazione del piano. I privati cederanno 513mila metri quadrati su un'estensione totale di un milione 243mila. «Attueremo un rigido protocollo per la legalità e la trasparenza», assicura il sindaco Bianco riferendosi alle nubi giudiziarie che si addensano sul progetto
Pua, la giunta approva la delibera per la Playa Le opere realizzate da privati e cedute al Comune
La giunta guidata dal sindaco Enzo Bianco ha detto sì all’atto di indirizzo politico che permetterà di avviare le convenzioni per i lavori di realizzazione del Pua. Il piano urbanistico attuativo variante Catania Sud – atteso da anni e oggetto di polemiche e vicende giudiziarie – che dovrebbe stravolgere il volto della Playa. L’ultimo passaggio della vicenda era legato al Comitato regionale urbanistica (Cru), che aveva proposto delle modifiche; variazioni respinte dal consiglio comunale, ma nuovamente riconfermate dall’assessorato regionale Territorio e ambiente. I vertici regionali hanno successivamente lasciato alla giunta la valutazione su quale comparto scegliere: se la versione aperta (in cui le opere vengono realizzate dai privati e cedute al Comune) o quella chiusa (che prevede una privatizzazione, con una concessione di aree alla fruizione pubblica). «L’amministrazione – si legge in un comunicato diffuso da palazzo degli Elefanti – ha deciso per il comparto aperto». La seconda decisione riguarda il parco costiero, che, «dovrà essere ceduto dagli imprenditori al Comune per essere acquisito al patrimonio cittadino». «Alla città un parco grande quattro volte Villa Bellini», esulta il primo cittadino.
La superficie da cedere al Comune è di oltre 513mila metri quadrati su un totale di un milione 243mila: il parco da 273mila metri quadrati, parcheggi per 160mila metri quadrati e 80mila di strade. «Le opere che potranno essere realizzate nelle aree private sono un palazzo dei congressi, uno per le esposizioni, un acquario, un parco dei divertimenti, spazi per attività ludiche, ricreative, culturali, scientifiche, sportive, piccole strutture commerciali, ricettività alberghiera ed extra alberghiera». Resta fuori il Palaghiaccio, che non verrà trasformato in un centro commerciale. Confermato l’aumento delle superfici dei parcheggi da destinare a impianti fotovoltaici e dell’altezza (da otto a nove metri) degli alberghi a oltre trecento metri dal litorale. «Attueremo, a garanzia di tutti, anche un rigido protocollo per la legalità e la trasparenza da stipulare con la prefettura riguardo alle procedure seguite e ai fondi investiti», precisano i vertici comunali.
Un tentativo di risposta agli interrogativi che si susseguono da qualche anno. «Questa mattina la Commissione ha approvato la Playa»; «Perfetto, hai visto? Uno a zero, palla al centro». È lo stralcio di un’intercettazione riportato nella sentenza che ha condannato per concorso esterno in associazione mafiosa l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo. A comunicare il via libera è Renzo Bissoli, a capo della società titolare del progetto Stella Polare. Bissoli parla con Mariano Incarbone, imprenditore ennese condannato in appello a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Altro nome coinvolto nella vicenda Pua è quello di Mario Ciancio Sanfilippo, editore e direttore del quotidiano La Sicilia, proprietario del 30 per cento dei terreni interessati dal progetto. Secondo il giudice che firma la sentenza di condanna a Lombardo, anche per la zona della Playa Ciancio avrebbe utilizzato il suo «modello operativo»: l’acquisto dei terreni, l’ottenimento dei permessi a edificare grazie ad agganci politici, la successiva vendita.
Il ruolo dell’editore viene messo in discussione anche da un primo esposto presentato dai No Pua e incentrato sull’iter amministrativo del piano definito «benevolo». Un secondo esposto riguarda il consiglio comunale di Catania per presunto abuso d’ufficio: il dubbio, secondo gli attivisti, è che i consiglieri abbiano agito per agevolare gli affari di Ciancio inserendo alcune modifiche sostanziali al progetto, respinte dal Cru, con l’eliminazione di alcune tutele ambientali.