Province, braccio di ferro Crocetta-Ardizzone

Prima conferenza stampa del presidente della Regione, Rosario Crocetta, a Palazzo d’Orleans dopo le elezioni. Convocato, come di consueto, all’ultimo minuto, l’incontro coi giornalisti è stata l’occasione per il governatore della Sicilia di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, anche nei confronti dei grllini che ieri gli avevano bloccato le nomine al Cas (Consorzio autostrade siciliane). “La Regione non nominerà nessun commissario esterno. Come abbiamo fatto finora. Per quanto riguarda il Cas, avevamo due scelte: o procedere alla nomina del Cda, formato da sette componenti, oppure, nelle more, cambiare lo Statuto dell’ente. Abbiamo deciso di nominare tre commissari (Rosario Faraci, Antonio Gazzarà e Basilio Ridolfo, ndr).”

I componenti del Movimento 5 Stelle della commissione Affari istituzionali dell’Ars avevano, infatti, opposto il loro veto, attribuendo alle designazioni del governo una pura matrice politica. “La politica non c’entra nulla- ha rincarato Crocetta- abbiamo mantenuto il commissario nominato da Lombardo e aggiunto due professionisti al di sopra di ogni sospetto”.

Quindi, alle domande in merito al successo del Movimento Cinque Stelle alle elezioni politiche, il presidente della Regione ha confermato quello che aveva detto nei giorni scorsi: “Il modello Sicilia va esportato anche a Roma. Le maggioranze si trovano in Aula, sui singoli provvedimenti – ha proseguito -, noi di fatto abbiamo già approvato le riforme sui rifiuti, sull’acqua, il Dpef. Sono passati atti importanti, come anche le soluzioni per i precari. L’apertura dei grillini può avvenire anche a livello nazionale. La fiducia? Non significa che voteranno tutti gli atti. Significa che si da mandato al governo di lavorare”. Ma nel caso in cui i neo deputati non dovessero dare la fiducia? “Si andrà a votare. Non credo che i grillini siano stati eletti solo per contestare, ma anche per fare qualcosa”. Ma intanto, i vertici di Cinque Stelle smentiscono che i grillini, “dopo aver mandato “affa” tutto e tutti”, siano pronti a votare la fiducia “a Bersani&Co” perché storditi dall’ebbrezza di qualche carica parlamentare.

Poi, l’inquilino di Palazzo d’Orleans (che ha anche annunciato un vertice di maggiornaza, probabile preludio ad un rimpasto di giunta, come vi abbiamo raccontato qui), non poteva non toccare la urgente questione delle Province: “Sulle Province, contestualmente alla richiesta di rinvio proporremo un atto di indirizzo che poi andrà convertito in legge. Il giorno 6 che succede? Più che un voto dei ddl servirà una discussione”. Quindi una stoccata al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone: “ Vuole fare votare un ddl comunque? Faccia quello che crede. Noi proporremo un atto di indirizzo che cercherà di fare sintesi. I nostri obiettivi sono: ridurre i costi delle province, creare i liberi Consorzi dei comuni come prevede lo Statuto. Che va praticato in tutte le sue parti. Vogliamo dare anche un riferimento ai territori, un taglio a tutti gli enti che al momento causano molti costi. Prima di martedì chiederemo ad Ardizzone di rinviare il voto, e di iniziare semmai una discussione su un nostro atto di indirizzo per la riforma”.

Eppure i parlamentari Cinque Stelle si sono spinti oltre, chiedendone l’abolizione immediata. “Vogliono l’abolizione? Sul Muos hanno fatto una lite unilaterale. Quando hanno visto che abbiamo fatto tutto, si sono calmati. Le Province non le posso abolire io”.

A stretto giro di boa, arriva l’endorsement di Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia. “Anche oggi il presidente Crocetta ha dato la garanzia e mostrato il suo impegno a far valere l’autonomia dello Statuto regionale per non adeguarsi alla soppressione delle province dal Decreto Monti sulla spending rewiew. Di questo siamo contenti ed è ovvia la necessità di rinviare le elezioni provinciali per il tempo
strettamente necessario a normare la materia. Auspichiamo che in questo periodo di vacatio sia possibile mantenere nelle funzioni i consigli provinciali per non togliere rappresentanza ai territori, fermo restando il necessario commissariamento degli organi esecutivo. Su questo desideriamo confrontarci con il governo e l’Aula”.

Il presidente della Regione ha affrontato anche la problematica situazione della Fiat di Termini Imerese: “Abbiamo aperto ieri un tavolo sulla crisi di Termini Imerese. Si stanno individuando tre buoni investimenti che potrebbero assorbire i due terzi degli occupati della Fiat di Termini. Ma si tratta di investimenti che non c’entrano con l’azienda torinese, potrebbero però avviare l’attivita’ economica della zona”.
Alla conferenza stampa era presente anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri, che è intervenuta su un’altra querelle: Finacantieri. “Ieri ho incontrato l’amministratore di Fincantieri. Dobbiamo istituire un tavolo, partendo dalle richieste delle parti sociali, che ho incontrato nei giorni scorsi. I nuovi incontri con Fincantieri, previsti per i prossimi giorni a Roma ci consentiranno di entrare nei dettagli”.

Regione, a grandi passi verso il rimpasto


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