Dalle Madonie alla provincia di Ragusa passando per quella di Trapani. Questa mattina centinaia di trattori hanno percorso la strada che da Resuttano, in provincia di Caltanissetta, conduce a Petralia Soprana, in provincia di Palermo. Appelli, da parte degli agricoltori, al presidente della Regione Renato Schifani e all’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino. I manifestanti hanno fissato […]
Foto di Trinacria
Protesta dei trattori in Sicilia, centinaia di mezzi in strada. «Così non possiamo andare avanti»
Dalle Madonie alla provincia di Ragusa passando per quella di Trapani. Questa mattina centinaia di trattori hanno percorso la strada che da Resuttano, in provincia di Caltanissetta, conduce a Petralia Soprana, in provincia di Palermo. Appelli, da parte degli agricoltori, al presidente della Regione Renato Schifani e all’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino. I manifestanti hanno fissato le loro rivendicazioni in un documento e chiedono, entro una settimana, la convocazione di un tavolo tecnico. Tra le richieste, per esempio, c’è quella di deroga all’obbligo di lasciare incolte il 4 per cento delle aree seminative. Gli altri punti del documento indicando l’abolizione definitiva dell’Irpef agricola e dell’Imu, l’adeguamento dei prezzi dei prodotti agricoli proporzionato all’aumento dei costi di produzione e la fissazione di un tetto massimo del prezzo per il carburante agricolo.
Cortei di trattori anche nell’area di Modica, in provincia di Ragusa. Dopo Castelvetrano, nel Trapanese la protesta degli agricoltori si trasferisce a Mazara del Vallo. Stamattina hanno fatto ingresso nell’area del porto nuovo i trattori che aderiscono al movimento La Sicilia alza la voce. Gli agricoltori, anche in questo territorio, protestano per l’aumento dei costi di produzione e per il basso prezzo col quale vengono pagati i prodotti. «Non riusciamo più a vivere del nostro lavoro – spiega Aldo Mantegna, allevatore di Gangi – perché ai rincari sulle materie prime e sul gasolio, che gravano sulle nostre tasche, non si sono accompagnate misure di sostegno né l’aumento del prezzo di vendita dei nostri prodotti. Così non possiamo andare avanti».