L'ex senatore, che nel 2008 si era ingozzato di mortadella per festeggiare la caduta del governo Prodi, era accusato dalla procura di Catania di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe dato «un contributo rilevante» a Cosa nostra. Oggi la giudice Marina Rizza, però, ha stabilito il non luogo a procedere
Prosciolto Nino Strano, il fatto non sussiste L’accusa: «Era a disposizione degli Ercolano»
Mentre la giudice Marina Rizza affermava che «il fatto non sussiste», l’ex senatore Nino Strano non era nelle aule di piazza Verga. A informarlo telefonicamente del suo proscioglimento dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa è il suo legale, l’avvocato Francesco Strano Tagliareni. La decisione è arrivata al termine dell’udienza preliminare di oggi, quando la magistrata ha stabilito il non luogo a procedere. Secondo l’accusa, sostenuta dai procuratori Antonino Fanara e Agata Santonocito, il politico catanese avrebbe agevolato «con un contributo rilevante e consapevole» la famiglia mafiosa degli Ercolano in cambio di voti e soldi. La gup Rizza, però, non ha ritenuto convincenti le affermazioni della procura di Catania.
Nino Strano definiva «un impegno politico convinto». Che aveva come obiettivo quello di realizzare «il sogno possibile» lanciando «la sfida alle stelle». Sembrano passati secoli da quando l’ex senatore esaltava le sue doti nel libro La Sicilia che fa sul serio. Il nome del politico di centrodestra era già risuonato al tribunale di Catania. La sua posizione era stata ritenuta marginale nell’ambito dell’inchiesta Iblis, sull’intreccio tra Cosa nostra, politica e imprenditoria, tanto da spingere gli uffici giudiziari di piazza Verga a chiederne, in un primo momento, l’archiviazione.
Il 31 maggio 2012, il gip Luigi Barone, lo stesso giudice che si è occupato di Raffaele e Angelo Lombardo ma anche dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo, respinse la richiesta. A dare una svolta all’indagine è stato il pentimento di Santo La Causa, l’ex reggente operativo della famiglia mafiosa Santapaola. Il padrino, catturato nel 2009 durante l’operazione Summit ha iniziato a parlare con i magistrati proprio nel maggio 2012, inducendo gli stessi a un ripensamento sulla posizione del politico. Il nome di Strano nei verbali di La Causa viene affiancato a quello dell’affare del centro commerciale Centro Sicilia di contrada Tenutella. L’ipermercato, che ricade nel territorio del Comune di Misterbianco, è stato al centro di un profondo scontro interno alla mafia catanese. Per la stessa vicenda è stato già condannato, a cinque anni in Appello, l’ex deputato regionale del Pdl Giovanni Cristaudo.
Quella di Strano è stata una carriera politica lunga e ricca di aneddoti. Nel 1994 aderisce ad Alleanza Nazionale con Gianfranco Fini. Consigliere comunale a Catania dal 1976 al 1993, prima di essere eletto parlamentare regionale e assessore al Turismo, comunicazione e trasporti con Raffaele Lombardo. Da luglio 2002 ad agosto 2003 viene nominato assessore al Comune di Misterbianco per poi tornare a Catania, nella giunta di Umberto Scapagnini, nel settembre 2005. Nino Strano è diventato celebre per aver mangiato mortadella in parlamento per festeggiare la caduta del governo Prodi, battuto in senato il 24 gennaio 2008. Ma erano altri tempi.