Introdurre il reato di apologia mafiosa. La proposta arriva da due esponenti politici siciliani di Fratelli d’Italia. Si tratta dell’ex vicesindaca e parlamentare Carolina Varchi e del senatore Raoul Russo, senatore e componente della commissione parlamentare antimafia. I due politici annunciano di avere depositato nei due rami del parlamento una specifica proposta di legge che […]
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Fratelli d’Italia vuole introdurre il reato di apologia mafiosa
Introdurre il reato di apologia mafiosa. La proposta arriva da due esponenti politici siciliani di Fratelli d’Italia. Si tratta dell’ex vicesindaca e parlamentare Carolina Varchi e del senatore Raoul Russo, senatore e componente della commissione parlamentare antimafia. I due politici annunciano di avere depositato nei due rami del parlamento una specifica proposta di legge che mira a punire il reato di apologia della criminalità organizzata o mafiosa. La pena prevista è la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da mille euro fino a un massimo di 10mila euro. Delle aggravanti sono previste che il reato verrà commesso a messo stampa o tramite i social network.
Il caso del post su TikTok dopo l’omicidio a Palermo
Gli esponenti politici del partito di Giorgia Meloni vorrebbero contrastare anche la diffusione di prodotti televisivi e cinematografici che mostrano i mafiosi con un’accezione positiva a rischio emulativo. Nelle ultime settimane ha fatto discutere il post pubblicato su TikTok da Gaetano Maranzano dopo avere ucciso il 21enne Paolo Taormina a Palermo. Un selfie con il sottofondo di alcuni dialoghi tratti dalla fiction televisiva Il Capo dei capi sulla storia del boss stragista di Cosa nostra Totò Riina.

«Pur non essendo particolarmente favorevoli ai cosiddetti reati di opinione siamo convinti che non si possa più rinviare un’iniziativa legislativa del genere, non possiamo permettere che le giovani generazioni, che non hanno vissuto l’epoca più sanguinosa delle stragi, crescano senza capire che la mafia non può mai, in alcun, caso avere alcuna accezione positiva». «»Per quanto riguarda l’aspetto sistematico – codicistico della nostra proposta la scelta di inserirlo dopo l’articolo che sanziona il reato associativo di stampo mafioso è una scelta precisa finalizzata ad accostare gli aspetti immateriali legati più all’opinione e favorire un maggiore controllo sui contenuti ad opera dei social anche in ausilio alle forze investigative italiane che così potranno colpire non solo le condotte materiali rilevanti penalmente», concludono i parlamentari di FdI.