Ha rischiato di non aprirsi affatto, martedì scorso, di mattina, l’udienza del processo che riguarda il contestato concorso per un incarico triennale da ricercatore in Storia contemporanea bandito nel 2011 dell’università di Catania. Per via di una sostituzione nel collegio giudicante, infatti, la presidente Maria Pia Urso aveva richiesto – in un primo momento – che le testimonianze rilasciate in aula nelle fasi precedenti venissero di nuovo controfirmate dai testi. In altre parole, sarebbe servita la firma dei docenti Salvatore Lupo e Luciano Granozzi, entrambi assenti, ascoltati lo scorso 4 luglio, pena il rinvio della seduta. L’opposizione dell’avvocato Enrico Di Martino – che difende Giambattista Scirè, il ricercatore giunto secondo a quella selezione – ha infine evitato che l’udienza venisse rinviata.
Alla sbarra, con l’accusa di abuso d’ufficio in concorso, ci sono i componenti della commissione esaminatrice dei titoli concorsuali. Sono i professori Simone Neri Serneri, dell’università di Siena, Luigi Masella, dell’ateneo di Bari, e Alessandra Staderini, dell’università di Firenze. Scirè, come detto, giunse secondo a quel concorso, per poco meno di tre punti, in favore di Melania Nucifora, ricercatrice con una laurea in Architettura. Un titolo che il Tar ha già definito «inidoneo». In aula, martedì, è stato interrogato lo storico della mafia dell’università di Palermo Giuseppe Carlo Marino, a cui Scirè si rivolse per un parere da esperto all’indomani del concorso. «Ho spiegato – spiega Marino a MeridioNews – che al di là dei diritti di Giambattista Scirè, questo caso ha un valore universale. Al termine di questo processo – continua il docente – capiremo se all’università “comanda” la legge o la tecnica, per così dire».
A Marino è stato anche chiesto se la storia dell’Urbanistica (campo di specializzazione della vincitrice del concorso) non faccia parte in qualche modo della Storia contemporanea, non ne sia una sua parte. «Se così fosse, allora potremmo inserire anche la letteratura italiana», ha commentato il testimone. Il tema dei «confini» della materia era stato affrontato in aula da Salvatore Lupo. La prossima udienza si terrà il 22 gennaio 2019. Quel giorno verrà ascoltato il presidente della commissione esaminatrice Simone Neri Serneri. Scirè e il suo legale, frattanto, sono in apprensione per i tempi del processo. La prescrizione, secondo l’avvocato Di Martino, dovrebbe sopraggiungere nel giugno 2019, tra appena sei mesi e mezzo.
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