Cronaca

Processo santone Capuana, la parola alle parti civili: «Da solo non avrebbe potuto commettere quelle violenze»

Dopo la richiesta della condanna a 16 anni di carcere per il santone Pietro Capuana, è con le discussioni degli avvocati che rappresentano le varie parti civili che va avanti il processo denominato 12 apostoli. Sul banco degli imputati c’è l’80enne ex bancario accusato di avere abusato sessualmente di molte ragazze, all’epoca dei fatti anche minorenni. Violenze che il leader della comunità della chiesa Lavina di Aci Bonaccorsi (in provincia di Catania), che si era anche autoproclamato la reincarnazione dell’arcangelo Gabriele, avrebbe presentato alle vittime come «atti di purificazione». E, in tutto questo, non sarebbe stato solo ma affiancato da tre donne, ritenute sue ancelle, che adesso insieme a lui sono anche imputate con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alle violenze. Per Fabiola Raciti la pubblico ministero avevo chiesto una pena di 15 anni di reclusione, 14 anni invece era stata la richiesta avanzata per Rosaria Giuffrida e Katia Concetta Scarpignato.

A prendere parola oggi nell’aula del tribunale di Catania – dove il processo si svolge a porte chiuse – sono stati alcuni degli avvocati che rappresentano le parti civili, tra cui compare anche la diocesi di Acireale. A discutere è stata anche la legale di una ragazza che, durante l’incidente probatorio, aveva negato di essere stata vittima del sedicente santone; salvo poi ritrattare tutto nel corso del dibattimento. Le discussioni delle parti civili sono iniziate già la scorsa udienza con gli avvocati Tommaso Tamburino e Roberto Russo Morosoli che hanno ripercorso le testimonianze raccolte a processo, alcune attendibili e altre non senza contraddizioni, e hanno insistito sulle richieste di condanna avanzate dalla procura per tutti e quattro gli imputati.

«Capuana – sottolinea a MeridioNews l’avvocato Tamburino – ha potuto commettere tutti questi gravi reati perché fiancheggiato dalle tre donne (Raciti, Giuffrida e Scarpignato, ndr). Una di loro, in molti casi, avrebbe anche convinto le ragazze che inizialmente si erano opposte rifiutando di subire le violenze. Quello di queste donne è un comportamento – sottolinea il legale di parte civile che assiste diverse vittime – non meno grave di quello di Capuana». Nessuno di loro era in aula, e assenti gli imputati lo sono stati praticamente per tutto il processo. A ottobre, però, il sedicente santone aveva presentato istanza di ricusazione contro il presidente del collegio giudicante. La prossima udienza, durante la quale dovrebbero concludersi le discussioni degli avvocati delle parti civili, è già stata fissata per l’inizio di marzo.

Marta Silvestre

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