Il santone Pietro Capuana, imputato nel processo 12 apostoli con l’accusa di avere abusato sessualmente di numerose ragazze anche minorenni nella comunità della chiesa Lavina di Aci Bonaccorsi (nel Catanese), si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’udienza che avrebbe dovuto essere dedicata al suo esame. Stessa decisione di non sottoporsi all’interrogatorio in aula anche da parte delle tre donne ritenute sue fiancheggiatrici Rosaria Giuffrida, Fabiola Raciti e Katia Concetta Scarpignato. Per il 79enne bancario in pensione verranno utilizzate le dichiarazioni che aveva reso ai pubblici ministeri durante le indagini, un interrogatorio nel corso del quale aveva risposto – anche in presenza del suo avvocato Mario Brancato – ai pubblici ministeri. L’uomo, che presentandosi come la reincarnazione dell’arcangelo Gabriele che compiva atti purificatori avrebbe invece abusato delle giovani con il sostegno delle ancelle, dovrebbe però rendere delle dichiarazioni spontanee. Probabilmente già nel corso della prossima udienza del processo che è stata fissata per martedì 20 giugno. Giorno in cui dovrebbero cominciare a essere sentiti anche i testi delle difese.
Quando era toccato a loro, nemmeno l’ex deputato e assessore regionale Mimmo Rotella – che è il marito di Rosaria Giuffrida – e il sacerdote Orazio Caputo si erano presentati in aula per rispondere alle domande nell’ambito del processo collegato in cui sono imputati per favoreggiamento. Lo stesso reato per cui, invece, è già stato condannato a otto mesi di reclusione (con pena sospesa) Salvatore Torrisi, il presidente dell’Associazione cattolica cultura e ambiente (Acca). Tutta la vicenda legata alla realtà della congregazione religiosa – all’interno della quale le violenze sessuali sarebbero state spacciate per azioni mistiche spirituali – era emersa dopo la denuncia della madre di una delle vittime. La donna, infatti, aveva raccontato che la figlia, all’epoca minorenne, era diventata oggetto degli interessi sessuali di Capuana. Ricevuta la confidenza da parte della figlia, la donna si sarebbe rivolta a un prelato di Catania. Dall’uomo di chiesa, però, non ci sarebbe stata nessuna risposta e nessuna azione. Dopo gli arresti, la madre della vittima è andata spontaneamente a denunciare tutto alla polizia.
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