Prete accusato di violenza sessuale su minori a Enna, fissato il processo d’Appello per il caso Rugolo

Si comincia l’8 aprile prossimo. La corte d’Appello di Caltanissetta ha fissato per quella data il processo di secondo grado nei confronti di Giuseppe Rugolo, il prete che il 5 marzo 2024 è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per violenza sessuale a danno di minori. L’appello era stato proposto da Rugolo e dalla curia vescovile di Piazza Armerina – in provincia di Enna – condannata, in solido, alla responsabilità civile. Nel ricorso gli avvocati del prete hanno contestato l’impianto accusatorio, chiedendo sia la riapertura del dibattimento per l’assunzione di prove a discarico dell’imputato sia di ascoltare altri due giovani. I legali parlano di motivazione illogica, contraddittoria ed errata, che avrebbe portato il tribunale a travisare «la documentazione, emettendo una motivazione nella quale perviene a conclusioni scorrette, nonché prive di supporto probatorio e, conseguentemente, a un giudizio di colpevolezza errato».

Anche la curia di Piazza Armerina ha presentato appello alla sentenza. Il legale del vescovo Rosario Gisana sostiene che la curia, essendo un soggetto privo di personalità giuridica, non può essere ritenuta responsabile civilmente. Nel frattempo ieri il vescovo Gisana e Vincenzo Murgano – vicario giudiziale e attuale parroco della chiesa Madre di Enna – sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di falsa testimonianza: avrebbero mentito nel processo di primo grado nei confronti di Rugolo. Negli scorsi mesi alcune persone hanno organizzato proteste nei confronti di Gisana e della curia: l’accusa da parte di chi ha manifestato è di aver coperto degli abusi sessuali.


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