I responsabili dell'associazione ambientalista salutano con favore l'intervento dell'assessorato regionale ai Beni culturali. L'anno scorso la Soprintendenza di Siracusa aveva dato il via libera all'iter che avrebbe dovuto creare 18 suite e un ristorante d'eccellenza
Portopalo, stoppato il progetto per il resort sull’isolotto Legambiente: «Avrebbe stravolto la storia del territorio»
«Ancora una volta abbiamo impedito una speculazione immobiliare che non rispettava le leggi di tutela e la storia dei luoghi». A parlare è Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia. Il riferimento è all’isola di Portopalo di Capo Passero dove, in base a un provvedimento della Soprintendenza di Siracusa del 13 giugno 2017, sarebbero dovuti sorgere anche «18 suite e un ristorante d’eccellenza», e contro il quale Legambiente aveva presentato ricorso all’assessorato regionale ai Beni culturali, che lo ha accolto. «Ci siamo battuti immediatamente contro questo progetto – spiega Zanna -. A novembre avevamo chiesto alla Soprintendenza di revocare in autotutela l’autorizzazione data, ma nulla è stato fatto».
Legambiente aveva provato un primo approccio con la Soprintendenza, ma questa avrebbe risposto negativamente, come spiega l’avvocato Paolo Tuttoilmondo a MeridioNews: «Avevamo chiesto una revoca in autotutela, ci è stato risposto molto laconicamente che era tutto a posto». La Soprintendenza aveva respinto la richiesta perché «non sono sopravvenuti quei motivi di interesse pubblico o quel mutamento non prevedibile della situazione di fatto». La risposta dell’assessorato però di fatto annulla quel provvedimento e accoglie le ragioni dell’associazione ambientalista. «Adesso, che la memoria è stata rinfrescata anche dalla Regione, devono prendere atto che il progetto contro cui ci siamo battuti era ed è quello che sembrava: una mera speculazione edilizia, una vergogna alla quale abbiamo apposto la parola fine».
Il progetto prevede la ristrutturazione e rifunzionalizzazione della Tonnara di Capo Passero, con il cambio di destinazione d’uso a turistico-alberghiero degli stabili un tempo utilizzati come rimessaggio barche nell’isola e la realizzazione di un ristorante. La struttura ricettiva dovrebbe accogliere 110 stanze e ancora centro benessere, piscina e solarium. Un utilizzo che, per Legambiente, sarebbe «del tutto estraneo a quello per la quale la tonnara è stata concepita, realizzata e fruita per oltre settecento anni» e ciò, si legge nel ricorso gerarchico, «ne distruggerebbe radicalmente il valore culturale e di testimonianza storica e simbolica, perdendo ogni capacità narrativa che ne è la più intima ragion d’essere e di tutela». Nel documento, l’associazione ha voluto porre l’attenzione anche sul transito delle imbarcazioni, che per gli habitat naturali – secondo la valutazione di incidenza ambientale effettuata – rappresenta un fattore di impoverimento che il progetto, avanzato dalla società di Francesco Bruno di Belmonte, non farebbe altro «che intensificare e aggravare».
L’intervento per Tuttoilmondo «non poteva essere autorizzato perché nell’area inserita nel piano regionale delle riserve, dove sono vietati i movimenti di terra» non finalizzati allo svolgimento delle normali attività agricole e gli interventi edilizi diversi dalla manutenzione ordinaria e straordinaria. Nell’accogliere il ricorso avanzato dagli ambientalisti, il dipartimento regionale dei beni culturali ha specificato come l’isola di Capo Passero rientri inoltre nel piano paesaggistico della provincia di Siracusa che vieta qualsiasi tipo di intervento e dunque la realizzazione. Legambiente, intanto, è al lavoro per completare l’iter istitutivo della riserva naturale. «Siamo convinti che una sua gestione sostenibile, insieme all’apertura alla fruizione del Forte che la domina, di proprietà della Regione, possano offrire importanti opportunità economiche».