«L'azione erosiva del fiume Salso - scrive l'Anas - non ha alcuna influenza sulla sicurezza statica della struttura, in quanto le fondazioni dell’opera sono realizzate su pali profondi». Il Genio civile di Caltanissetta ha però ha nel corso dei mesi richiesto degli interventi di sicurezza urgenti
Ponte Cinque Archi, sequestrato tratto del viadotto Lari: «E’ un provvedimento chiesto da tempo»
Di questo ponte, Meridionews ne ha già scritto più volte, denunciando lo stato di rischio. Una condizione, come abbiamo documentato, nota all’Anas, che più volte è stata invitata dal Genio civile di Caltanissetta a realizzare «interventi urgenti visto lo stato di conservazione dei piloni del Ponte» a causa da fenomeni erosivi sulla strada statale 121, e per la precisione «il deposito di enormi quantità di detriti trasportati dalla corrente del fiume Salso a valle del ponte denominato Cinque Archi, con conseguenti fenomeni erosivi in corrispondenza delle anse». Eppure, nonostante un via vai di raccomandate tra gli uffici, di quei lavori nemmeno l’ombra.
Il tratto della A19, in direzione Palermo, denominato Ponte Cinque Archi, oggi posto sotto sequestro era stato chiuso al transito lo scorso 7 maggio, a seguito del cedimento del viadotto Himera. Ricade nei territori dei comuni di Caltanissetta, Santa Caterina Villarmosa (Cl) e Villarosa (En), e l’autostrada al momento è percorribile sull’altra carreggiata in doppio senso di marcia.
I carabinieri hanno aperto un’indagine a carico di ignoti per attentato alla sicurezza dei trasporti, proprio per la situazione di pericolo causata dallo stato di alcuni piloni del viadotto. Stamattina inoltre perquisizioni sono state eseguite a Palermo nella sede della direzione regionale siciliana dell’Anas e ad Enna, nell’ufficio grande viabilità dell’Anas. Il provvedimento è stato emesso della Procura della Repubblica di Caltanissetta per la ricerca di documenti, progetti costruttivi, comunicazioni, provvedimenti di manutenzione relativi al viadotto. «Si tratta di un sequestro probatorio – dice a Meridionews il procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari -. Un provvedimento che avevamo chiesto da tempo e che adesso è stato accolto. Alla base della richiesta c’è un grave cedimento strutturale, ma comunque non esiste al momento una condizione di pericolo, perché quel tratto di autostrada era già stato chiuso nelle scorse settimane dall’Anas proprio per il rischio crolli. Adesso il sequestro ci consentirà di fare gli accertamenti e le consulenze necessarie. Sicuramente la condizione della viabilità lungo la Palermo-Catania è pessima e chi deve raggiungere Caltanissetta da Palermo si trova a dover affrontare un vero e proprio viaggio».
«L’Anas – scrive in una nota l’ente – ripone piena fiducia nella magistratura per la rapida conclusione delle indagini che hanno portato al sequestro in data odierna della carreggiata e assicura la massima collaborazione. Alcuni plinti di fondazione della carreggiata – continua la nota – in direzione Palermo del viadotto Cinque Archi, sono stati parzialmente scalzati a causa dell’abbassamento del livello dell’alveo dovuto all’azione erosiva del fiume Salso. Tale fenomeno non ha alcuna influenza sulla sicurezza statica della struttura, in quanto le fondazioni dell’opera sono realizzate su pali profondi. Tutto ciò è peraltro confermato sia dai dati del monitoraggio attivato per controllare il comportamento della struttura sin dal novembre dello scorso anno che dalle prove di carico effettuate direttamente sull’impalcato del viadotto lo scorso 21 maggio. Il progetto per gli interventi di sistemazione dell’alveo, predisposto da Anas e finanziato con gli stanziamenti del Decreto Sblocca Italia, è già pronto. Per l’appalto e l’avvio dei lavori si è in attesa delle autorizzazioni degli enti competenti».
Il Genio Civile di Caltanissetta ha però, nel corso dell’ultimo anno, richiesto più volte degli interventi di sicurezza urgenti e quel che è certo è che quanto scritto dall’Ufficio nisseno, ovvero che «i piloni hanno la base entro l’alveo del fiume Salso» e che «la presenza, all’interno dell’alveo, della base dei piloni e di due briglie più a valle, oltre alle opere di protezione delle sponde, condiziona pesantemente il regime delle acque dando origine ai fenomeni di deposito ed erosione che stanno minando la stabilità di alcuni tratti di sponda del fiume», è stato inviato già da tempo, per conoscenza, a tutti gli organi di competenza: Anas, Assessorato Regionale territorio e Ambiente, Agenzia del Demanio, assessorato regionale alle Infrastrutture.