Non si placano le polemiche su alcune affermazioni del sindaco di Catania, Enrico Trantino, pronunciate durante la seduta straordinaria del consiglio comunale del 4 marzo scorso sul tema della sicurezza. «Tema fondamentale per la città, di cui però all’interno della seduta solo poche le parole spese sul tema della violenza di genere e della sua necessaria prevenzione, spazio invece alle tante richieste di aumento di telecamere e forze dell’ordine sul territorio», si legge in una nota del consultorio Mi cuerpo es Mio.
«Abbiamo ascoltato con sgomento l’intervento del sindaco, il quale ha affermato che “i ragazzetti che fischiano o, alla catanese, nsuttavunu i fimmini, ci sono sempre stati, ma non lo andavamo a dire ai nostri genitori. Anzi all’epoca la situazione era più critica di quanto non sia ora, perché c’era una capacità di autonomia, reazione, per cui sapevano come comportarci”. Le imbarazzanti parole pronunciate dal sindaco non ci stupiscono; sono la dimostrazione di quello che diciamo da tempo: l’incapacità, da parte di chi ci governa, di prevenire e combattere la violenza maschile sulle donne e di genere – Spiegano le volontarie – . Fischiare, seguire, fare osservazioni e commenti inappropriati, contatti fisici indesiderati e “nsuttari i fimmini” sono tutti esempi di molestie. Sminuire questi tipi di comportamenti e parole è grave, perché lascia sottintendere che siano tollerabili e normali. Di normale non c’è nulla». «Ancora una volta pretendiamo un’immediata reazione alla violenza di genere che vada oltre le parole di circostanza dovute ad una cosiddetta emergenzialità, e vogliamo un continuo sguardo sulle problematiche che affronta la nostra città».
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