Pizzo a un bar di Librino, arrestati in sei Duecento euro per avere protezione dal clan

Dal 2004 imponevano mensilmente il pizzo al titolare di un bar di Librino. Sei persone, tutte appartenenti al clan Santapaola Ercolano, sono state arrestate stamattina per estorsione aggravata dai carabinieri del comando etneo. A far partire l’inchiesta sono state le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Santo La Causa che ha indicato agli inquirenti il nome della vittima delle estorsioni, fornendo indicazioni precise sulle richieste che ogni mese venivano fatte all’imprenditore per garantirgli protezione. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia.

Grazie alle intercettazioni ambientali, i militari hanno registrato l’ultima richiesta della quota mensile da destinare al clan, effettuata tre giorni fa. Nelle immagini si vede uno degli indagati, il 27enne Davide Enrico Finocchiaro, entrare nel bar, fare un cenno al proprietario per richiamarne l’attenzione e perlustrare contemporaneamente il locale per controllare che non vi fossero militari delle forze dell’ordine. Ma nonostante le precauzioni, ha trovato all’uscita i carabinieri che lo hanno fermato, trovandogli addosso la somma appena prelevata, 200 euro. L’uomo – sospettato di appartenere al clan Santapaola Ercolano – è stato arrestato in flagranza con l’accusa di estorsione aggravata.

Gli investigatori, grazie alle dichiarazioni di La Causa, sono riusciti a risalire ai nomi di chi negli ultimi otto anni si è succeduto in qualità di emissario del clan per la richiesta mensile di denaro. Sono stati così condotti in carcere altri sei affiliati del gruppo mafioso, tra i quali uno dei reggenti della famiglia Mirabile, Angelo, responsabile del quartiere Villaggio Sant’Agata. Gli altri indagati condotti nel carcere di Biccoca sono Salvatore Aiasecca, Davide Salvatore Licciardello, Salvatore Gerardo Marro, Orazio Papale e Davide Seminara.

Secondo gli inquirenti, i segreti dell’ex boss di Cosa nostra arrestato nell’ottobre 2009 sono ancora molti e permetteranno nuove azioni  di contrasto dell’attività mafiosa nel Catanese.

 

Redazione

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