«Di piste ciclabili ne faremo ancora tante». Sono parole soddisfatte e piene di speranza per il futuro quelle che il sindaco di Catania Enzo Bianco pronuncia per inaugurare il tratto ciclabile del Lungomare. Peccato che l’infrastruttura – che ha visto un ripetuto susseguirsi di direttori dei lavori e che prevede nel progetto iniziale anche il tratto di viale Kennedy – è incompleta e solo una delle sue parti è fornita del cordolo di protezione ed è quindi percorribile in entrambi i sensi di marcia. Un ritardo tecnico sulla tabella di marcia – che prevedeva la chiusura dei lavori proprio per oggi – che, a detta di alcuni testimoni, non ha scoraggiato il sindaco stesso a pedalare in senso vietato, durante la cerimonia di stamattina. Per l’amministrazione l’appuntamento di oggi rimane comunque importante perché «stiamo ponendo le basi affinché il sogno di una città a misura di bambino possa realizzarsi», commenta tramite una nota istituzionale il primo cittadino del capoluogo etneo, all’indomani della firma del Patto per Catania alla presenza del premier Matteo Renzi. Fondi – 332 milioni di euro – dei quali una parte dovrebbe essere destinata «alla chiusura al traffico del Lungomare, dopo il completamento di viale Alcide De Gasperi», sottolinea Bianco.
«È un punto di partenza il cui scopo deve essere la creazione di una vera e propria rete ciclabile così da permettere alla gente di muoversi in bici in tutta sicurezza», interviene l’attivista del gruppo Ruote libere e promotore dell’iniziativa Lungomare liberato Alessio Marchetti. Che entra nel merito delle polemiche sollevate nell’ultima settimana ai danni della pista ciclabile oggi presentata alla città. Critiche rivolte perlopiù al colore azzurro utilizzato per il manto, alla trasformazione in pista di una parte del marciapiedi e alla presenza delle strisce per l’attraversamento pedonale all’interno di un tratto. «Il colore è una questione di gusti», spiega Alessio Marchetti. «A me, ad esempio, piace. Il problema più grave, invece, è che la ciclabile non è collegata in alcun modo con corso Italia e viale Africa», analizza l’attivista.
Il nodo «è problematico perché in questo modo il ciclista deve scendere dalla bicicletta, attraversare a piedi sulle strisce pedonali, proseguendo verso piazza Europa lungo un tratto che presenta una curva cieca in salita, quasi sempre al buio», spiega Alessio Marchetti. Per il gruppo Mobilità sostenibile Catania il circuito ciclabile rappresenta «un piccolo passo per la città e uno grande per chi pensa a un futuro sostenibile». Si riserva di attendere il completamento dei lavori prima di entrare nel merito dell’opera il componente di Salvaiciclisti Catania Andrea Genovese. Nel Lungomare, nel frattempo, il limite di velocità per i mezzi è stato stabilito in 30 chilometri orari. A dichiararlo a Mobilità sostenibile Catania è il comandante dei vigili urbani Pietro Belfiore. Il gruppo è lo stesso che, in attesa della realizzazione di un circuito ciclabile più ampio, sta dialogando con il Comune di Catania e con il comando di polizia municipale per fare in modo che venga rinnovata l’autorizzazione, scaduta da novembre, a percorrere le corsie destinate ad autobus, taxi e mezzi di soccorso anche alle biciclette.
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