Pio La Torre e la lotta alla mafia che non c’è più

Da Facebook, una interessantissima riflessione di Pietro Ancona, storico dirigente della Cgil siciliana, su Pio La Torre, assassinato il 30 Aprile del 1982 e sul ruolo dell’opposizione politica di oggi in Italia:

Domani, come ogni anno, sarà ricordato a Palermo Pio La Torre. Una cerimonia che è diventata sempre più “ufficiale”, sempre più vuota di contenuti. La stessa cosa è avvenuta per il ricordo di Falcone e di Borsellino e degli altri giudici ammazzati dalla mafia.

Mentre il Paese reale precipita nella crisi più grande della sua storia, il Paese ufficiale ha una luna di miele. Vive le grandi intese che hanno permesso il varo del governo Letta con l’appoggio di circa il settanta per cento del Parlamento. Non c’è più praticamente opposizione tranne quella del M5S e dei comunisti. Ma la maggioranza non si è formata su un programma che in qualche modo realizzi rivendicazioni profonde delle società italiana ed un progetto di giustizia. Si è formata sulla linea indicata dall’Europa e dai “mercati” che vogliono la soppressione dei diritti dei lavoratori e del welfare a cominciare dalle pensioni.
Le feste del 1 maggio di quest’anno saranno fatte da CGIL,CISL,UIL che hanno invitato sul palco i dirigenti della Confindustria e delle altre associazioni padronali. Anche qui “grandi intese” ma certo non per dare di più ai lavoratori ed alle loro famiglie. La scelta dei vertici sindacali di festeggiare assieme al padronato ha lo scopo di stravolgere il senso della storia e questo avviene nel punto più basso toccato dai lavoratori che vivono nel terrore di perdere il posto dopo avere perduto ogni diritto.
A differenza di trenta anni fa non avremo aperta la questione dei missili a Comiso contro i quali si è battuto ed ha mobilitato la Sicilia Pio La Torre che molto probabilmente è stato ucciso proprio a causa di questa opposizione. Abbiamo la questione del MUOS del terribile sistema installato dagli USA a Niscemi per spiare il mondo e per dirigere i Drone nelle loro missioni di morte. Per quanto la Regione diretta da Crocetta si sia schierata contro i Muos dubito molto che essi non saranno installati.

Non esiste una opposizione politica forte ed estesa a questo progetto che vada al di là dei comunisti, di 5 stelle e dei comitati di base. In quanto alla lotta alla mafia credo che questa sia stata relegata dallo Stato soltanto al livello militare. Questa è l’indicazione che è venuta dalla decisione della Corte Costituzionale sollecitata da Napolitano di fare incenerire le intercettazioni telefoniche di Mancino. L’orientamento della Magistratura è cambiato. Ingroia è stato confinato ad Aosta e gli altri giudici antimafia stanno vivendo grosse difficoltà. Non credo proprio che il governo Letta farà niente per rilanciare la lotta alla mafia.
Questa intanto si è estesa a tutta l’Italia ed anche in Europa. La mafia si è inabissata dopo la “cattura” di Provenzano. Non ci sono più le centinaia di omicidi degli anni settanta o ottanta. Ma la mancanza di crimini di sangue non significa che abbia perduto peso o rilevanza. La mancanza di crimini di sangue è un segno di unità e di prosperità delle associazioni mafiose.
Non credo che l’antimafia come era concepita e praticata da Pio La Torre abbia a che fare con quella che viene oggi praticata dallo Stato. Uno Stato controllato dalla Massoneria euroatlantica che attraverso la Triade del FMI,della BCE e della UE impone programmi sempre più pesanti e difficili da sopportare. L’antimafia si perfezionerà sempre di più nella lotta agli affari criminali della mafia come il traffico di droga, lo sfruttamento della prostituzione, il pizzo. Ma non andrà molto oltre. Del rapporto mafia-stato non si parlerà più. Come se non ci fosse mai stato, come se non esistesse.

Pio La Torre, una vita contro la mafia

 


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