La vicenda della Pillirina, diventata proprietà privata per un «errore di fatto» e off limits per il divieto di accesso, è finita in un’interrogazione urgente presentata al presidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessora al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino. A sollevare dubbi sulla legittimità del divieto, chiedendo alla magistratura di verificare se invece fosse […]
Foto di Marta Silvestre
«La Pillirina non può essere privata»: l’interrogazione urgente alla Regione e le verifiche sugli atti del demanio
La vicenda della Pillirina, diventata proprietà privata per un «errore di fatto» e off limits per il divieto di accesso, è finita in un’interrogazione urgente presentata al presidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessora al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino. A sollevare dubbi sulla legittimità del divieto, chiedendo alla magistratura di verificare se invece fosse reato, sono stati gli ambientalisti. Gli stessi che da anni si oppongono ai progetti di costruzione della società Elemata Maddalena Srl, di proprietà del marchese Emanuele De Gresy, che prima voleva realizzare un resort di lusso, poi un residence nella zona di Punta della Mola del Plemmirio, nel Siracusano. Adesso sull’area – che sarebbe dovuta diventare una riserva naturale terrestre, che però la Regione non ha mai istituito – l’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico ha inviato un’istanza di accesso civico per verificare «le opache attività di sdemanializzazione dell’area» e per fare valutare «le opportune azioni di recupero alla titolarità pubblica».
A presentare l’interrogazione urgente al presidente della Regione e all’assessora all’Ambiente è stato il deputato regionale Ismaele La Vardera, che di recente ha dato l’addio al partito di Cateno De Luca per passare al Gruppo misto. Un documento in cui riassume il caso della Pillirina, andando a ritroso a quaranta anni fa, quando inizia la storia della privatizzazione della zona, fino ad arrivare a oggi. «Nel corso degli anni – ha ricordato il deputato nell’interrogazione – il marchese De Gresy ha avviato una lunga battaglia legale finalizzata alla chiusura della spiaggia e alla realizzazione delle opere di costruzione» in un’area che è un Sito di interesse comunitario (Sic) sottoposto a vincolo paesaggistico e architettonico. Sulla zona la Elemata Maddalena Srl aveva presentato una richiesta per la revisione della linea demaniale, cioè il confine tra le aree private e quelle del demanio, cioè pubbliche. Una nuova delimitazione che «include le latomie costiere vincolate come beni archeologici dal 1970 – sottolinea il deputato – le fortificazioni belliche della Seconda guerra mondiale, che fino a pochi mesi fa erano meta di visite guidate». Già da mesi l’accesso alla spiaggia era impedito con blocchi di cemento e vigilantes.
Adesso, il dipartimento regionale ha ordinato l’interdizione all’accesso, al transito, alla sosta e alla balneazione nella zona costiera di Punta della Mola per questioni di incolumità pubblica a causa di rocce che sarebbero troppo friabili. Le stesse su cui, però, sarebbe già stata autorizzata la costruzione di un residence. Ed è per questo che La Vardera chiede di «fornire chiarimenti spiegando come si concili la dichiarazione della linea di costa a elevato rischio idrogeologico con il rilascio di un permesso di costruire da parte della Soprintendenza e del Comune di Siracusa». Non solo, presidente della Regione e assessora all’Ambiente sono anche chiamati a rispondere sul motivo che ha portato «all’interruzione della procedura per la dichiarazione di riserva naturale dell’area di Punta della Mola (iniziata nel 2015 e mai conclusa, ndr), considerando che l’istituzione della riserva avrebbe potuto offrire una maggiore protezione ambientale, limitando o impedendo interventi edilizi in una zona di rilevante interesse naturalistico e storico». Chiarimenti, inoltre, vengono richiesti dal deputato in merito alla ridefinizione della linea demaniale e su «quali misure verranno adottate per garantire il monitoraggio di futuri interventi per evitare abusi o irregolarità da parte del nuovo proprietario» e per «ripristinare e tutelare la fruibilità pubblica della spiaggia della Pirillina, ricca di storia e valore ambientale».
In attesa che arrivino delle risposte dalla Regione, anche l’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico vuole vederci chiaro sulla proprietà pubblica o privata dell’area. Leggi alla mano, «sembra che ci sia la successione automatica della Regione nella titolarità di beni appartenenti al demanio, una volta cessato l’utilizzo ai fini della difesa dello Stato». Una questione che si potrà chiarire con l’accesso agli atti che è stato già richiesto. «La spiaggia della Pillirina e del litorale del Plemmirio meritano un’attenta tutela e il mantenimento della fruizione pubblica – concludono gli attivisti ecologisti – oggi in pericolo a causa di chiusure degli accessi al mare».