Le immagini registrate immortalano le vessazioni subite dagli anziani della struttura. Ma una in particolare era stata presa di mira, subendo in pochi mesi continue violenze fisiche e psicologiche, tanto che i carabinieri parlano di «immagini troppo crude»
Picchiavano e insultavano anziana in casa di riposo Ai domiciliari due operatrici di San Giuseppe Jato
Per alzarla dal letto la tiravano per i capelli e imboccarla per farla mangiare era diventato un ingozzamento tale che quasi la strozzavano. Ma c’erano anche gli schiaffi, le tirate alle orecchie, gli insulti. Mentre i lividi sul corpo della 76enne ospite da anni nella casa di riposo di San Giuseppe Jato non finivano mai di comparire. È lì che subisce quello che, nel giro di poco, si trasforma in un vero e proprio incubo. Ma solo per lei. Malgrado infatti la struttura ospiti circa una trentina di anziani, il suo sembrerebbe, ad oggi, il caso di violenza più eclatante. A maltrattarla sarebbero state due operatrici, una 55enne di San Cipirello e una 60enne di San Giuseppe Jato. Sono loro che, da settembre a oggi, si sarebbero accanite in particolare contro l’anziana donna, vessandola fisicamente e psicologicamente. E che adesso sono finite ai domiciliari.
Dipendenti della struttura da circa 18 anni, contro le due operatrici in passato non sembrerebbe esserci mai stata prima alcuna segnalazione del genere. Pare, insomma, che le due donne abbiano per qualche strana ragione deciso di torturare negli ultimi mesi questa ospite in particolare, rendendosi nel giro di pochi giorni protagoniste di episodi di gravi episodi di violenza. «Il perché lo spiegheranno direttamente loro durante l’interrogatorio di garanzia», spiega il capitano Andrea Quattrocchi, comandante della compagnia di Monreale. Le indagini sono partite dopo la denuncia di un famigliare della vittima, insospettito dai continui lividi sul corpo della donna. Lividi che inizialmente le due operatrici spiegavano ai parenti come una conseguenza delle difficoltà di deambulazione dell’anziana, spesso soggetta per questo a delle cadute.
La storia regge fino a quando, però, la 76enne non si rompe un femore ed è costretta a passare un lungo periodo a letto. E quei lividi e gli ematomi che avrebbero dovuto di colpo scomparire, continuano invece a martoriarle il corpo. Lei stessa, malgrado un principio di Alzheimer e capacità cognitive in parte ridotte, tenta di far capire la situazione ai parenti. Che infatti diventano sempre più sospettosi, fino alla decisione di denunciare tutto. Le due donne l’avrebbero maltrattata persino quando l’anziana era costretta a letto, incapace di muoversi. Si alternavano durante i loro turni, dandosi il cambio. «Le scene registrate che mostrano le indagate vessare gli ospiti della struttura non potranno essere diffuse proprio per la loro crudezza delle immagini», spiega ancora il capitano Quattrocchi. A lavorare nella casa di riposo ci sono anche un’altra decina di operatori, che però non sono stati coinvolti nella vicenda. «C’è stato un ottimo lavoro investigativo da parte della stazione di San Giuseppe Jato – sottolinea il capitano Quattrocchi -, è stato necessario agire molto rapidamente perché la vittima continuava a subire pesanti maltrattamenti, si doveva intervenire rapidamente quindi».