«Diciamo sì alla tutela del paesaggio ma allo stesso tempo chiediamo di garantirne la fruibilità». La sindaca di Pollina Magda Culotta è alla testa dei 30 sindaci delle Madonie che nei giorni scorsi si sono dichiarati contrari all’adozione del Piano Paesaggistico della Regione Siciliana, per la provincia di Palermo, che è stato redatto dalla Soprintendenza dei Beni Culturali. In una lettera inviata ai due enti e all’assessore ai Beni Culturali Sebastiano Tusa si sollecita un incontro per modificare alcuni punti del piano, al momento nella fase di concertazione dopo una serie di incontri negli scorsi mesi. «Abbiamo voluto innescare un’azione politica forte – dice Culotta – Il piano attuale non è stato redatto per fini urbanistici, perché discende dal piano forestale regionale che spesso delimita come boschi aree che non lo sono, con gravi danni per i cittadini che vedono all’improvviso compromesso il diritto edificatorio senza alcun motivo fondato. In alcune aree non sarebbe possibile attivare nemmeno capannoni industriali o dare via a industrie agroalimentari».
I sindaci del comprensorio che va da Termini Imerese a Cefalù, spingendosi all’interno del Parco delle Madonie fino a giungere a Valledolmo, ci tengono insomma a ribadire di non essere contrari alla tutela del paesaggio. E la loro è una protesta politica trasversale, dal Pd al centrodestra fino alle liste civiche. Pongono invece l’accento sui nuovi vincoli paesaggistici che, in un territorio come quello delle Madonie già preservato dall’esistenza del Parco, bloccherebbero il sorgere di nuove attività imprenditoriali, in città e paesi che devono affrontare da tempo lo spopolamento di ampie fette della popolazione. Tra le critiche redatte dai primi cittadini c’è, come si legge nella missiva, «un’analisi del territorio sbagliata» che «propone di estendere a dismisura le zone di inedificabilità assoluta e rendere più stringenti i divieti e le prescrizioni all’interno delle aree soggette a vincolo paesaggistico». Secondo Culotta «in questo modo i territori sarebbero mummificati».
Mentre il primo cittadino di Termini Imerese Francesco Giunta parla di «un piano paesaggistico aderente a una visione del territorio assolutamente anacronistica. Chiediamo – aggiunge – che vengano riconsiderati alcuni aspetti che sono fuori dal tempo e che rischiano di ingessare ulteriormente l’economia del territorio, in particolar modo un settore in crisi come quello dell’edilizia. Ovviamente sempre nel rispetto delle norme paesaggistiche, regionali e nazionali, e di preservazione delle coste e delle riserve. Alcuni criteri però devono essere rivisti, erano attuali negli anni ’80 ma non sicuramente per il 2019. Valutando caso per caso, territorio per territorio, ciascuno con le sue peculiarità».
E di anacronismo, ma ribaltando il concetto, parla anche Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia. Che rovescia il ragionamento dei sindaci del territorio. «I 30 Comuni sono comunque minoritari rispetto agli 81 dell’intera provincia e per il quale è previsto il piano redatto dalla Soprintendenza – dice Zanna – C’è in corso la concertazione che li coinvolge direttamente, è lì che possono avanzare le loro osservazioni. Il comprensorio madonita ha comunque già un vincolo su tutta l’area da parte della Soprintendenza che insiste da più di 30 anni, al di là dell’Imera. Per loro con questo piano paesaggistico non cambierebbe molto, mi sembra un po’ strumentale questa presa di posizione. L’errore di fondo è che il piano paesaggistico serve a tutelare le aree: non indica dove si può costruire ma dove non si può farlo. Il loro invece è un approccio vecchio e anacronistico».
I Comuni che hanno richiesto l’incontro alla Regione e le modifiche del Piano Paesaggistico sono: Pollina, Alia, Aliminusa, Alimena, Blufi, Bompietro, Caccamo, Caltavuturo, Campofelice di Roccella, Castelbuono, Castellana, Cefalù, Cerda, Chiusa Sclafani, Collesano, Geraci Siculo, Gangi, Gratteri, Isnello, Lascari, Montemaggiore Belsito, Petralia Sottana, Petralia Soprana, Polizzi Generosa, San Mauro Castelverde, Sciara, Scillato, Termini Imerese, Valledolmo.
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