Piano e regolamento pubblicità Fumata grigia in Consiglio comunale

Fumata grigia per il piano e il regolamento della pubblicità, due provvedimenti che dovranno mettere ordine nella giungla di un settore che potrebbe valere, per le casse comunali, fino a sei milioni di euro l’anno. Dopo due anni di attesa il testo è arrivato in Consiglio comunale, ma ieri sera il dibattito si è arenato subito sull’ordine dei lavori quando l’opposizione ha contestato alla maggioranza l’assenza dei pareri delle commissioni di merito.

Alla fine è stato raggiunto un compromesso: la minoranza ha ottenuto un rinvio alla prossima settimana per avere il tempo di un confronto con l’assessore alle Attività produttive, Giovanna Marano, ma la prossima volta si ripartirà direttamente dalla discussione generale per poi passare alla presentazione degli emendamenti.

A Palermo la pubblicità sugli impianti pubblici e privati è una materia assai delicata fra ricorsi, sentenze, abusivismo e autorizzazioni a volte dubbie, per tacere della fragorosa polemica sul mega poster affisso sulla facciata della Cattedrale. La conferma è arrivata direttamente dalle parole di Maria Pennisi, dirigente del servizio Rilascio concessioni per occupazione suolo pubblico e pubblicità: «Ci sono molte situazioni irregolari. Faccio l’esempio degli impianti al Forum, che ci risultano fuori misura. L’oscuramento delle pubblicità irregolari, però, può scattare solo dopo il verbale dei vigili urbani».

A quel punto, però, la discussione non si è neanche aperta, con il centrodestra e i democratici uniti nel chiedere a gran voce un rinvio, fino all’aspro scontro verbale fra Felice Bruscia di Cantiere Popolare e Aurelio Scavone del Movimento 139: «L’atto deve passare prima dalle commissioni – ha tuonato Bruscia, che fa parte della commissione Affari generali -, non possiamo discuterne senza esserci espressi. Sarebbe bastato che l’assessore Marano rispondesse a ben tre inviti in commissione, invece ha preferito disertare». Anche Giuseppe Federico di Forza Italia ha attaccato a testa bassa l’inquilina di via Ugo La Malfa: «L’assessorato è impantanato, riusciamo a comunicare con gli uffici solo via mail. Accantoniamo l’atto e rivisitiamolo».

Richiesta rispedita al mittente dalla maggioranza, decisa a tirare dritto: «Le commissioni hanno avuto due mesi per esprimere un parere – ha replicato Pierpaolo La Commare -. In quest’aula finchè non c’è l’atto in discussione le menti non si accendono. Evitiamo di convocare sedute il cui prodotto sia zero. Iniziamo la discussione e cominciamo a lavorare su una sintesi». Per Juan Diego Catalano «è passato troppo tempo, è un atto importante e non possiamo rimandare».

Alla fine l’assessore Marano ha preferito calmare le acque tendendo una mano all’opposizione: «A dicembre sono andata sette volte a Roma per una vertenza delicata (Accenture, ndr) – ha spiegato -. Se ho disertato alcuni incontri mi dispiace, l’ho fatto innocentemente, ho avuto un’agenda fitta. Sono disponibile per qualunque lavoro di commissione si ritenga necessario, purché sia rapido e non ostacoli l’atto. Ricordo, comunque, che ho già illustrato la delibera una prima volta a febbraio». L’aula si è aggiornata alla prossima settimana, quando saranno convocati anche gli uffici. 

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