L'anno scorso i soci avrebbero pagato meno di quanto promesso. E così i conti del teatro di via Roma sono sempre in affanno, nonostante la grande crescita di biglietti e abbonamenti. Ancora fermi il bilancio consuntivo 2015 e il previsionale 2016. «Così è impossibile programmare», commenta amaro il direttore Alajmo
Per il Teatro Biondo il solito copione di annunci Ma gli stipendi di gennaio sono ancora al palo
«I soci hanno pagato ma gli stipendi di gennaio non sono stati ancora saldati. Perché da dieci giorni la banca tiene i soldi in lavorazione, così ci hanno spiegato, e non li ha ancora versati sul nostro conto. Per cui i lavoratori, le compagnie e i creditori sono ancora in attesa. Dicembre, invece, è stato pagato regolarmente». Parole a firma del direttore artistico del teatro Biondo Roberto Alajmo. Anche il 2016 si è aperto con il solito copione di attese, impegni da mantenere e una cinghia che si stringe sempre di più. Già lo scorso dicembre le maestranze avevano prima annunciato e poi sospeso uno sciopero di dieci giorni che rischiava di far saltare le repliche di Verso Medea dell’artista principale ospite Emma Dante.
Eppure da un paio d’anni il teatro di via Roma, sotto la direzione dello scrittore, ha ripreso a correre ed è tornato a essere un punto di riferimento per la cultura dell’intera isola: sale regolarmente stracolme di spettatori e sul palco nomi altisonanti del cinema e dello spettacolo. Come, per restare alla stagione in corso, Pierfrancesco Favino, Roberto Andò, Roberto Herlitzka, Leo Gullotta, Lollo Franco e Nicola Piovani. Per non parlare del pienone registrato per i concerti di Brunori Sas o dei Verdena per Biondomusicale. E così lo sbigliettamento continua a crescere rendendo il teatro più autonomo dal punto di vista finanziario: in due anni l’incidenza degli incassi da botteghino è salita dal tre al dieci per cento e le presenze sono quadruplicate, con una lieve flessione soltanto nella stagione 2015/2016.
L’altra faccia della medaglia, però, è che il restante 90 per cento delle risorse finanziarie è legato al rispetto degli impegni da parte dei soci. Nel 2014 il Comune ha pagato 1,75 milioni più 200mila euro per il prepensionamento di cinque dipendenti. L’anno scorso la cifra sarebbe scesa a circa un milione e mezzo, mentre per il 2016 pare che l’amministrazione sia intenzionata a tornare a 1,75 milioni. Anche la Regione non ha ancora fatto fino in fondo la sua parte: dei circa due milioni promessi mancherebbero all’appello 260mila euro. Un vecchio refrain, insomma: l’anno scorso, con le compagnie già scritturate e gli abbonamenti già venduti, Comune e Regione avrebbero ridotto di 360mila euro il contributo (rispettivamente meno 250mila e meno 110mila) e la direzione si è ritrovata a indebitarsi per reperire in qualche modo i fondi per onorare gli impegni già presi.
«Al momento il bilancio previsionale 2016 è bloccato mentre il consuntivo 2015 verrà definito più avanti – spiega Alajmo a Meridionews -. Gli abbonamenti sono andati ancora abbastanza bene e ci hanno tenuto a galla. Il teatro è sempre pieno e questa è una consolazione. Le prospettive per il nuovo anno, però, dipendono dall’impegno dei soci. Una prima assemblea è già saltata e in questo momento ci troviamo in esercizio provvisorio, non posso programmare niente, posso solo rispettare gli impegni già presi fino a maggio». Il tutto nonostante i risultati. «È un vero peccato – sottolinea lo scrittore -, molto spesso ci ritroviamo a mandar via gli spettatori perché non ci sono più posti. Sarebbe un delitto smantellare tutto. Mi chiedo quale sia la logica».