Il segretario regionale rompe il silenzio e si schiera in difesa del presidente della Regione, sottolineando l'importanza della smentita della Procura di Palermo. «Dal punto di vista politico sto alla parole del procuratore Lo Voi che mi bastano, non credo di dover approfondire altro». Ma è gelo con i vertici nazionali del partito
Per il Pd siciliano Crocetta può andare avanti Raciti: «Renzi? Opportuna una consultazione»
«Dovete chiederlo a Crocetta se ha intenzione di dimettersi, o quale sia il suo stato d’animo. Ho difficoltà a riportare il mio pensiero, figuriamoci se posso interpretare quello altrui». Fausto Raciti, segretario regionale del Pd, allunga la vita al governo Crocetta: «Siamo aperti a tutti gli scenari, se un governo fa le cose sta in piedi e se sarà così andremo avanti, in alternativa ne prenderemo atto. Oggi non ci sono ragioni per interrompere la legislatura». Dal Partito democratico siciliano non c’è dunque nessuna richiesta al presidente della Regione di fare un passo indietro. Anzi, l’intervento della Procura di Palermo – che ha smentito l’esistenza dell’intercettazione tra Crocetta e il suo medico Matteo Tutino agli atti dell’inchiesta su quest’ultimo – sembra aver segnato una svolta.
Lo dice chiaramente Raciti in conferenza stampa. «Ieri si è consumata questa vicenda che ha visto nelle dichiarazioni del procuratore Lo Voi mettere un punto. Credo che compito del Pd sia prendere con serenità atto delle parole di Lo Voi, farne anche noi un punto e cominciare a separare in maniera netta le vicende politico-amministrative da quelle di carattere giudiziario. Credo che da questo punto di vista il Pd siciliano abbia fatto bene a mantenere una linea di prudenza in questa vicenda». Il segretario regionale è ancora più chiaro poco dopo: «Dal punto di vista politico sto alla parole del procuratore Lo Voi che mi bastano, non credo di dover leggere altro o di dover approfondire altro. Quelle parole ribadite anche nella giornata di oggi, credo che siano sufficienti».
Il procuratore palermitano annuncia che verrà aperta un’inchiesta senza reati né indagati. «La registrazione non c’è, dunque non esiste», assicura Lo Voi. Sarebbe stato un elemento utile alle indagini, prosegue, e non sarebbe stata segretata come sostiene il direttore de L’Espresso, settimanale che ha pubblicato uno stralcio del colloquio. La verifica servirà a capire se alla testata sia stata data una notizia falsa, una «polpetta avvelenata», che da ormai due giorni agita la politica regionale e non solo.
Per il Pd siciliano dunque la vicenda politica finisce con le parole del procuratore. Il governo Crocetta può continuare. «Se quelle intercettazioni fossero state vere – spiega Raciti – avrebbero rappresentato un fatto oggettivamente molto grave. La Procura si è fatto carico di smentire quelle intercettazioni e noi ne prendiamo atto. La politica torni a occuparsi della politica. Se ci saranno fatti nuovi li valuteremo con rigore». Il capogruppo all’Ars, Antonello Cracolici sposa la tesi dell’attacco politico: «Quello che è avvenuto è una cosa grave – afferma – che non considero un incidente giornalistico, ma qualcosa di preordinato perché chi ha voluto far uscire quelle presunte intercettazioni sapeva benissimo l’effetto che avrebbero avuto. Un effetto devastante che avrebbe portato alle dimissioni del presidente della Regione, determinando una crisi grave per l’isola in un momento delicato sul piano finanziario. È una manina che probabilmente ha operato con il cervello».
Tuttavia manca ancora il via libera definitivo che non può esserci senza la benedizione di Matteo Renzi e del Pd nazionale. Raciti loda la prudenza scelta nelle ultime ore dal partito siciliano. Ben altri toni sono stati usati a Roma. «Le parole ma anche i silenzi che emergono dalle intercettazioni sono gravi, inaccettabili e provocano ribrezzo – ha affermato ieri il vicepresidente nazionale del Pd Lorenzo Guerini – Chiediamo che Crocetta chiarisca, anche se il tutto appare purtroppo abbastanza chiaro». Parole che stridono con quelle pronunciate oggi da Raciti: «Credo – sottolinea – che quello che si è consumato in queste 36 ore debba servire a tutti noi a imparare una lezione di prudenza e a evitare la sommarietà dei giudizi, delle opinioni e dei pareri». Posizioni opposte, dunque, che sembrerebbero essersi cristallizzate nelle ultime ore in cui sull’asse Roma-Palermo è sceso il gelo. Stando almeno alla frecciata che Raciti rivolge direttamente a Renzi, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se ha sentito il presidente del consiglio. «No, e questo mi lascia perplesso perché sarebbe stato opportuno anche una consultazione con il segretario regionale del Pd».
Il segretario siciliano ha quindi ringraziato il procuratore di Palermo, Lo Voi «per l’alto senso delle istituzioni che ha manifestato in tutta questa vicenda, per la chiarezza e la profondità con la quale è intervenuto per la serietà che ha dimostrato non tanto al presidente della Regione ma ai siciliani e alle istituzioni». E ha infine preso tempo: «Serve un po’ più di chiarezza di quanto non ne abbiamo in questo momento – ha precisato – Perché più si va avanti nelle ore più emerge la necessità di una fascio di luce che chiarisca quello che avvenuto nell’arco delle ultime 36 ore. Questo credo che sia dovuto anche qui non solo al presidente della Regione ma ai siciliani. Credo che ci siano materie, come il rispetto delle istituzioni sulle quali non è concesso mancare in chiarezza».