Per cittadini uno strumento in più contro in ritardi della Pubblica amministrazione

Chi dovrebbe pulire la mia strada? Come mai il verde accanto a casa mia è abbandonato? Con quale frequenza dovrebbero transitare gli autobus alle fermate? Queste e molte altre sono le domande che ci poniamo ogni giorno. A Palermo e in qualunque altra città. Quelle che sembrano risposte semplici, ottenibili consultando gli ordini di servizio e il calendario delle corse sono spesso coperte da segreto. A tal punto riservate che neanche il vertice politico spesso riesce ad accedervi.

La mancata conoscenza rende il diritto negato come uno schiaffo pervenuto da un soggetto grande e indistinto da cui è difficile reclamare un comportamento diverso. Inizia allora, per i più ostinati e coscienziosi, la trafila della telefonata, del fax, delle mail inviate a solerti ma spesso impotenti call center che registrano, catalogano, inoltrano e, infine, allargando le braccia, comunicano all’utente o cittadino da settimane in attesa di attendere ancora.

Nel vasto panorama delle leggi a difesa del diritto civico a un buon servizio sì è affacciata una nuova norma: il Decreto legislativo n. 33 del 2013 che “mira ad alimentare il rapporto di fiducia tra cittadini e PA e a promuovere il principio di legalità (e prevenzione della corruzione). In sostanza, tutti i cittadini hanno diritto di chiedere e ottenere che le PA pubblichino atti, documenti e informazioni che detengono e che, per qualsiasi motivo, non hanno ancora divulgato”.

Immaginate adesso che, in forza di questo nuovo diritto, il cittadino A e poi quello B e magari quello C seguiti da tutte le lettere dell’alfabeto, moltiplicate per 100, scrivano all’amministrazione che custodisce come sacre reliquie gli ordini di servizio dello spazzamento, della cura del verde, della frequenza delle corse degli autobus, esigendo che tali inconfessabili segreti siano resi pubblici sui siti istituzionali. Immaginate adesso che invece di lasciare trascorrere i 30 giorni che il Decreto legislativo consente all’amministrazione per rispondere, chi riceve la richiesta come una liberazione, pubblichi tutto, rendendo noto i turni, gli addetti, gli orari.

Immaginate allora cittadini armati di semplici fogli con le preziose notizie stampate percorrere le strade che con tanta pena e indignazione hanno attraversato e verificare, dati alla mano, come mai un servizio preannunciato come giornaliero non si svolge da settimane. Oppure, sempre in mano i segreti codici, esplorare lo spazio verde, l’aiuola spartitraffico, e domandarsi se per caso dormiva mentre il servizio previsto dal calendario è stato portato a termine.

Pensate che non otterrete risposta? Forse. Ma vale la pena di tentare e se lo faranno in tanti sarà più difficile far finta che non sia pervenuta nessuna richiesta.

Questo vale per tutta l’Italia. Ma a noi che viviamo a Palermo e, in generale, in Sicilia, ci piace segnalarlo a tutti i cittadini siciliani. Oggi noi cittadini abbiamo uno strumento in più per fare valere i nostri diritti. Usiamolo!

 


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