Motivo del contendere era un'espressione - riferita a un articolo sullo scandalo Margherita relativo alla gestione dei fondi del partito - utilizzata da Giuseppe Torrisi, 38enne catanese, sulla voce biografica del primo cittadino etneo sulla popolare enciclopedia online. Ma i magistrati hanno dato torto al sindaco
Per Bianco nessuna diffamazione via Wikipedia Archiviata la querela del sindaco a un cittadino
Forse un’espressione infelice, ma di certo non una diffamazione. Si chiude così la vicenda legata alla querela sporta dal sindaco di Catania Enzo Bianco contro Giuseppe Torrisi, il 38enne catanese reo – a detta del primo cittadino – di avergli leso l’onore e la reputazione. I fatti, che lo scorso mese avevano fatto parecchio discutere per la particolarità del mezzo con cui sarebbe stata veicolata la diffamazione, riguardano la modifica della voce biografica di Bianco all’interno dell’enciclopedia on line Wikipedia.
Nello specifico Torrisi, conosciuto online come Joe Serpe, facendo riferimento a un articolo pubblicato precedentemente dal giornalista Gad Lerner, aveva aggiunto informazioni riguardanti lo scandalo Margherita legato alla gestione dei fondi del partito fatta dall’allora tesoriere Luigi Lusi. Una storia nella quale Bianco ebbe un ruolo nella misura in cui fu tra coloro che ricevevano una somma mensile (5.500 euro al mese nel suo caso, ndr). Cifra che, secondo quanto avrebbe riportato Torrisi online, Bianco negò inizialmente di ricevere, mentre in realtà avrebbe soltanto ritardato di confermare la percezione. Una sottigliezza alla quale il sindaco di Catania aveva deciso di reagire nel più duro dei modi e senza sfruttare l’opportunità, fornita da Wikipedia, di modificare l’imprecisione.
La querela, però, non ha sortito l’effetto sperato e a stabilirlo è stato il giudice per le indagini preliminari Sebastiano Di Giacomo Barbagallo, il quale ha accolto la richiesta di archiviazione del sostituto procuratore della repubblica, Alfio Fragalà. Secondo il pm, infatti, nell’agire di Torrisi – difeso dall’avvocato Goffredo D’Antona – non ci sarebbe stato alcun dolo. Nella sua disamina, Fragalà sottolinea come il diritto di cronaca di Torrisi sia stato fatto valere nel rispetto dei principi di pertinenza, continenza e veridicità previsti dalla legge. Nello specifico, il 38enne avrebbe riportato un fatto di chiaro interesse pubblico (pertinenza), con una forma «non affatto lesiva della reputazione né eccedente lo scopo informativo perseguito (continenza)», e tutto sommato anche vera: pur essendo propriamente non veritiero il passaggio della negazione, secondo il pm «il fatto non costituisce reato per mancanza di idonei e sufficienti elementi per sostenere la sussistenza dell’elemento soggettivo del dolo».
Il sostituto procuratore, però, va anche oltre, sostenendo che l’espressione, per quanto inesatta, può intendersi come «un’espressione di sintesi» utilizzata per sostenere che Bianco in un primo tempo prese le distanze da Lusi. Peraltro, una dichiarazione contenuta in un articolo pubblicata dal quotidiano on line Blitz in cui l’allora esponente della Margherita disse «io non ho trattenuto un solo centesimo», giustificherebbe l’utilizzo dell’avverbio «inizialmente», scelto da Torrisi per sottolineare come l’attuale sindaco di Catania in un primo tempo avesse fatto intendere di non aver assolutamente a che fare con la gestione economica sui generis del tesoriere del partito. Fatto questo che, tra l’altro, era stato sottolineato dallo stesso Gad Lerner, secondo il quale Bianco avrebbe fatto meglio a «dircelo subito che lui percepiva quella somma, non confidare sulla connivenza inizialmente promessa da Lusi».