«Le frasi sono state male interpretate», si difende a MeridioNews don Salvatore Nicolosi che non vorrebbe andare oltre la nota della diocesi. «Così mi ha consigliato il vescovo». Intanto, al prete è arrivata la solidarietà del leghista Vincenzo Figuccia
«Pentito? Ho ribadito la dottrina della chiesa cattolica» Dopo la frase omofoba, parla il parroco di Barrafranca
«È stato un equivoco. Un discorso fatto in un contesto religioso sul modello della famiglia tradizionale che viene descritto nella Bibbia». Pur essendo abituato a fare sermoni da oltre 50 anni, don Salvatore Nicolosi al telefono con MeridioNews è di poche parole. Invece alcune, pesanti come pietre, il parroco della chiesa Maria madre della divina Grazia di Barrafranca (Enna) le ha dette durante l’omelia della celebrazione per la festa della Santa famiglia. «La famiglia è fondata sull’unione di un uomo e una donna. Ogni altro tipo di unione è contronatura. Si vantano oggi di quello di cui dovrebbero vergognarsi».
Dopo il clamore suscitato da queste parole per cui don Nicolosi è stato etichettato come «prete omofobo» da molti, dalla diocesi di Piazza Armerina è stata pubblicata una nota stringata che porta la sua firma. «Tengo a precisare che non ho inteso offendere nessuno, né discriminare le persone perché – si legge – tutti siamo figli amati dal Signore. Ho soltanto ribadito l’insegnamento della chiesa cattolica che ritiene famiglia quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna». Una precisazione alla quale il sacerdote non intende aggiungere molto di più: «Il vescovo mi ha consigliato di fare così», ammette a MeridioNews.
Una delle parole che ha più fatto discutere è di certo contronatura. «Ho usato una parola che mi è stata riferita da una persona incolta accompagnandola, certamente a sproposito, con un’espressione paolina». Il riferimento biblico è alla frase «si vantano oggi di ciò di cui dovrebbero vergognarsi», ripresa da una lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi. «Non era rivolta agli omosessuali – risponde il sacerdote – ma a coloro che vivono secondo i desideri di questo mondo». Inutile chiedere un esempio: «Diversi peccati che non sto qui a elencare perché ho altri impegni». Prima che la telefonata si interrompa, andiamo dritti al punto: ma lei è omofobo? «Non ho nulla contro queste persone e accetto tutti». Eppure, il parroco non si dice pentito di quelle frasi. «Sono state estrapolate dal contesto e interpretate in modo sbagliato», aggiunge prima di riattaccare.
E, intanto, quando nessuno se l’aspettava più a don Nicolosi è arrivato un pieno attestato di solidarietà. Il mittente è il deputato regionale, da poco salito sul Carroccio della Lega, Vincenzo Figuccia. «Nelle parole del sacerdote rintracciamo la schiettezza e il coraggio dell’uomo di Dio che deve annunciare la verità al suo popolo senza mettere la testa sotto la sabbia». Storico oppositore delle unioni civili, l’ex consigliere comunale di Palermo, definisce il prete di Barrafranca un «parroco coraggioso, un reale testimone di valori. Mi auguro – conclude il neo-leghista – che non resti una goccia nell’oceano, ma che faccia piuttosto da aprifila in una catena umana di coraggio, valori e identità».