Un ragazzo è ricoverato all'ospedale Garibaldi dopo essere stato volontariamente travolto da un'Alfa Romeo 147. A guidare la vettura il 26enne Venero Giovannino Nicolosi, che accusava il più giovane di avere «guardato» la sua fidanzata. Guarda il video
Paternò, tentato omicidio «per sguardo di troppo» Un 21enne investito dopo una lite dal benzinaio
Uno sguardo di troppo a una ragazza. Sarebbe questo il movente di un omicidio tentato, a Paternò, la sera del 29 gennaio 2019. Con l’accusa di tentato omicidio aggravato in concorso sono finite in manette quattro persone: Venero Giovannino Nicolosi, 26 anni, Riccardo Concetto Nicolosi, 51 anni, Michelangelo Nicolosi, 25 anni, Paolo Antonino Di Mauro, 31 anni. I quattro avrebbero fatto parte di una sorta di commando che avrebbe avuto l’obiettivo di uccidere un giovane di 21 anni, incrociato in una stazione di servizio e poi ricontattato tramite Facebook.
Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, Venero Nicolosi e il 21enne si sarebbero incontrati nel parcheggio di un distributore di benzina e avrebbero avuto una lite banale. Scaturita dal fatto che il 21enne avrebbe «guardato» la fidanzata di Nicolosi. Finita la discussione sul posto, i due avrebbero poi continuato a litigare tramite Facebook Messenger. Da lì in poi, il proposito omicidiario: Nicolosi avrebbe contattato i suoi familiari e, dopo avere saputo dove si trovava il giovane, avrebbe organizzato quella che le forze dell’ordine definiscono «una vera e propria spedizione punitiva».
In quattro si sarebbero presentati, a bordo di due automobili diverse, in piazza delle Fontane. Le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza di un’abitazione privata della zona, mostrano che – intorno alle 22.30 del 29 gennaio – il ragazzo viene travolto intenzionalmente da una Alfa Romeo 147 guidata dal 26enne: a bordo della vettura, sul sedile posteriore, c’era anche la fidanzata soggetto delle presunte attenzioni superflue. In contemporanea sarebbe arrivata anche una Fiat Idea, con a bordo i familiari dell’aggressore: padre, fratello e cognato, scesi dalla macchina, hanno aggredito gli amici della vittima, nel frattempo svenuta.
Dura tutto pochi minuti. Al termine del raid tutti risalgono a bordo delle loro vetture e fuggono. Nei giorni seguenti, l’Alfa Romeo 147 viene venduta, «nel tentativo di depistare le indagini», ma rintracciata ugualmente e sequestrata. Il 7 febbraio, per tutti gli accusati viene disposta la custodia cautelare in carcere. Il 21enne, invece, si trova ancora all’ospedale Garibaldi centro di Catania. Non è più in pericolo di vita.