Paternò, scatta la girandola dei dirigenti al Comune Opposizione: «Perché la ragioniera all’Agricoltura?»

Dopo un lungo periodo di stasi, con i dirigenti comunali da decenni al vertice delle singole unità operative, la giunta di Nino Naso ha proceduto ad un vorticoso turnover spostando i funzionari e accorpando gli uffici .«L’amministrazione comunale mirava a snellire la macchina burocratica – ha detto il primo cittadino – per ridare nuova linfa ai vari settori». 

In concreto è stato soppresso un settore – da dodici si passa a undici – mentre due capi settori non vengono riconfermati nel loro ruolo di dirigenti. Tra i dirigenti lascia il comune di Paternò dopo diversi anni il capo settore alla Cultura Salvo Girianni, trasferitosi al comune di Aci San’Antonio. Il primo settore (Servizi demografici, Pubblica Istruzione, Cultura e Biblioteca) va a Cettina Patronaggio; al secondo settore (Affari generali e Servizi sociali) va Lucia Longo, vicesegretario generale, alla quale, va anche l’incarico di responsabile dello staff del segretario generale. Non confermata alla guida dei servizi sociali la dirigente Cettina Conti. Il terzo settore (Ecologia, Igiene e Sanità, Ambiente, Manutenzione) assegnato ad Angelo Galea; Gianfranco Ursino che era a capo dell’Urbanistica è rimasto fuori dal ruolo di dirigente. A Domenico Benfatto, il primo cittadino ha affidato il quarto settore comprendenti Lavori pubblici, Urbanistica, Edilizia privata, Pianificazione; il quinto settore (Attività produttive, Suap, CUC, Verde, Cimitero) a Elena Teghini alla quale è stata affidata anche il ruolo di responsabile. 

Come responsabile della sesta unità operativa (polizia municipale) confermato Antonino La Spina. A sorpresa il settimo (Finanziario, Tributario, Patrimonio, economato) va a Antonella Zammataro, mentre alla precedente responsabile, Letizia Messina, per anni alla guida della ragioneria, il primo cittadino Naso le ha affidato la guida dell’undicesimo settore ossia Turismo, Agricoltura e Politiche comunitarie. All’ottavo settore, quello del Personale, confermata Maria Rosa Maccora. Alfio Platania resta alla guida della nona unità operativa (Legale e contenzioso, Società partecipate); al decimo settore (Protezione civile, datore di lavoro, Ced, impianti) va Eugenio Ciancio, fino a ieri responsabile lavori pubblici e Cuv. 

La girandola non è stata digerita dall’opposizione. «Più che una rotazione si tratta di un’imposizione – ha detto il consigliere di Diventerà Bellissima Anthony Distefano – e nelle mani di pochi finisce il destino amministrativo di una città costretta a subire l’ennesimo atto di pressapochismo: nessun confronto, nessun dialogo, nessun criterio seguito nella scelta dei dirigenti. Insomma, così come accade nei regimi totalitari». Patrizia Virgillito, consigliere di Paternò 2.0, si domanda «Su quale base, esperienza e requisito sono stati assegnati i settori ai nuovi dirigenti. Non solo si è trascurato anche il confronto con gli stessi componenti di maggioranza, il tutto è stato fatto nel riserbo, nella cerchia dei più fedeli del sindaco». Marco Gresta del Movimento 5 Stelle critica l’amministrazione, parlando di un cambio nei dirigenti «Che ci lascia esterrefatti. In primis vorremmo capire, quali criteri sono stati seguiti nella scelta delle posizioni organizzative e di come suddividere i vari uffici. A nostro avviso non è stato seguito un criterio di competenza. Chi era il capo settore Ragioneria adesso è responsabile capo settore Agricoltura, ma quali conoscenze ha per poter gestire tale settore? La nostra sensazione – conclude Gresta – è che il sindaco abbia messo nelle unità operative più importanti persone di sua fiducia, tralasciando se quest’ultime sono competenti oppure no».

Secondo Guido Condorelli di Forza Italia, infine, «La nomina dei dirigenti così come è stata fatta rasenta la follia. Nomina fatte in base alla simpatia e non alle competenze. Tutto ciò è molto triste». Il sindaco Nino Naso replica parlando di una «Riorganizzazione delle varie unità per snellire il tutto dandogli un certo equilibro, visto che in determinati settori non c’era una certa logicità. I dirigenti? Scelti in base alle loro competenze». 

Salvatore Caruso

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