Paternò, raccolte 4mila firme per l’ospedale Lucia Borsellino convoca cittadini e sindaco

Prosegue il presidio dei cittadini di Paternò in difesa dell’ospedale Santissimo Salvatore. La struttura – che accoglie oltre 100mila utenti per cinque reparti chirurgici, oltre al pronto soccorso e il punto nascita – è a rischio ridimensionamento e delocalizzazione a causa del Piano regionale di riordino sanitario. «Siamo qui ogni giorno, anche oggi che è domenica, anche sotto la pioggia», spiega Orazio Lopes, sindacalista della Uil e coordinatore aziendale dell’Asp 3. I cittadini si sono riuniti in un comitato e hanno già raccolto una piccola vittoria: «Per mercoledì siamo stati convocati a Palermo dall’assessore Lucia Borsellino assieme al sindaco», Mauro Mangano.

«C’è un punto sul quale non siamo disposti a cedere, – ha dichiarato ieri Mangano dopo una riunione con il comitato – e cioè che non si può disarticolare un ospedale, né mantenere una struttura privandola di unità vitali, come chirurgia e punto nascita». La proposta che il primo cittadino metterà sul tavolo è quella di mettere da parte la contestata bozza del nuovo regolamento: «Dobbiamo partire dal vecchio piano sanitario regionale, ovvero quello del 2010, il quale delineava un ospedale completo ed autosufficiente». Nel corso dell’incontro con Lucia Borsellino, i membri del comitato presenteranno alla titolare dell’assessorato regionale alla Salute una petizione firmata dai membri della comunità paternese che chiede il mantenimento della struttura ospedaliera. «In due giorni e mezzo abbiamo raccolto quattromila firme», afferma Lopes dal presidio nel quale si sono raccolte nella mattinata centinaia di persone.

Nel testo sono indicate anche le ragioni per le quali le attività al Santissimo Salvatore non dovrebbero essere ridotte. Oltre al servizio nei confronti degli abitanti di Paternò, «l’ospedale, per la sua posizione, è un punto strategico anche per la protezione civile in caso di emergenza». Un fattore a questo collegato è l’impatto del centro commerciale Etnapolis: il complesso, infatti, sorge all’interno dei confini del Comune di Belpasso, ma in caso di necessità la struttura di Paternò è la più vicina. Infine un dato da non sottovalutare secondo gli abitanti è la viabilità. La delocalizzazione verso i centri minori di Biancavilla e Bronte porterebbe su una strada già teatro di frequenti incidenti automobilistici un numero maggiore di vetture. E «la strada statale, dopo Biancavilla, si restringe a una sola corsia». L’alternativa, in caso di necessità, sarebbe attraversare i venti chilometri che separano il Comune da Catania.

In attesa dell’appuntamento con l’assessore alla Salute, è stato revocato il sit-in previsto per martedì in via Santa Maria la Grande, davanti la sede catanese dell’Asp. Ma, come puntualizza Orazio Lopes, «il presidio continuerà a oltranza, anche dopo l’incontro». Il timore è che l’attenzione cali e il temuto ridimensionamento avvenga ugualmente, in silenzio: «La nostra battaglia prosegue».

 

[Foto di Per l’ospedale di Paternò su Facebook]


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Nonostante la giornata festiva e la pioggia, centinaia di abitanti del Comune nel Catanese continuano ad animare il presidio davanti al Santissimo Salvatore. Mercoledì a Palermo il comitato civico incontrerà la titolare dell'assessorato alla Salute alla quale consegneranno una petizione. Nel testo sono racchiuse le motivazioni per le quali i servizi offerti dalla struttura ospedaliera non devono essere rimodulati né delocalizzati

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