La prefetta di Catania Maria Carmela Librizzi ha disposto, su delega del ministero dell’Interno, l’accesso ispettivo al Comune di Paternò per «verificare l’eventuale sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso». Tutto nasce dall’inchiesta Athena sul clan Morabito, legato alla famiglia etnea dei Laudani, […]
Foto di Comune di Paternò su Facebook
A Paternò arriva la commissione prefettizia: «Verificare collegamenti con la mafia»
La prefetta di Catania Maria Carmela Librizzi ha disposto, su delega del ministero dell’Interno, l’accesso ispettivo al Comune di Paternò per «verificare l’eventuale sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso». Tutto nasce dall’inchiesta Athena sul clan Morabito, legato alla famiglia etnea dei Laudani, e presunte infiltrazioni mafiose nella vendita all’asta di terreni e immobili. Un’indagine che ha portato a un processo per voto di scambio politico-mafioso in cui sono imputati il sindaco di Paternò Nino Naso (che ha fatto richiesta di giudizio immediato), l’ex consigliere ed ex assessore Pietro Cirino e Salvatore Comis che era assessore in carica e che si è dimesso dopo l’accusa di essere l’uomo di fiducia dell’associazione mafiosa. Alla sbarra sono finiti anche due presunti esponenti del clan locale: Vincenzo Morabito e Natale Benvenga.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Catania Ignazio Fonzo e dalle sostitute procuratrici Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti. In tutto sono 49 le persone indagate, tra imputati rinviati a giudizio davanti alla terza sezione penale del tribunale e altri che hanno fatto accesso a riti alternativi. Secondo l’accusa, lo scambio sarebbe stato legato a dei voti ottenuti dalla cosca alle Comunali del 2022 in cambio dell’assunzione a tempo determinato di due persone vicine al clan in un’impresa che si occupa di raccolta e smaltimento rifiuti a Paternò. Intanto, stamattina, La commissione si è insediata e, come previsto dal Testo unico sull’ordinamento degli enti locali, «entro tre mesi, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, terminerà gli accertamenti, rassegnando al prefetto le proprie conclusioni».