Paternò, idee per riqualificare la stazione San Marco «Vogliamo trasformarla in un centro polifunzionale»

Elaborare un progetto per la trasformazione della linea dismessa della ferrovia dello Stato di San Marco in un centro polifunzionale. È questo l’obiettivo sui lavorano i componenti della delegazione studentesca delle università statunitensi di Memphis e Boston, in collaborazione con l’associazione Suds (Stazioni unite del Simeto), il Comune di Paternò, il presidio partecipativo del Patto del fiume Simeto e alcuni soggetti privati, tra i quali imprenditori agricoli e singoli cittadini. Gli studenti stranieri, affiancati da cinque colleghi italiani, intendono far rivivere la stazione di San Marco, ormai in disuso da oltre dieci anni. La summer school di Progettazione e pianificazione partecipate (CoPED), organizzata dagli atenei statunitensi, è giunta alla quinta edizione

Delegazione studentesca a lavoro

Un ruolo fondamentale nel processo di ideazione è stato esercitato dai ricercatori italiani Laura Saija e Antonio Raciti, entrambi assistant professor in Pianificazione e sviluppo locale a Memphis, convinti sostenitori dell’opportunità di fare conoscere il territorio della Valle del Simeto anche oltre i confini del vecchio continente. 

«Vogliamo coniugare concretezza e ricerca. Gli universitari studiano il territorio, parlano e incontrano i cittadini del posto e da qui escono fuori delle idee progettuali», spiegano i ricercatori. Sette studenti e tre docenti, nei 10 giorni di tappa a Paternò, hanno effettuato e continueranno a realizzare dei sopralluoghi nell’area in cui dovrebbe vedere la luce una delle iniziative che Comuni, associazioni e soggetti privati della Valle del Simeto: ossia la trasformazione della tratta ferroviaria dismessa che collega Motta Sant’Anastasia con Regalbuto in una greenway.

La ferrovia attraversa tutta la Valle e include stazioni le stazioni dei Comuni di Motta Sant’AnastasiaBelpasso, Paternò, Centuripe e Regalbuto. In particolare, il lavoro della summer school si concentra sulla porzione di ferrovia ricadente nel territorio di Paternò, con l’obiettivo di realizzare un progetto pilota di riqualificazione, replicabile poi nell’intera tratta. Da qui l’incontro che si è tenuto all’interno della stazione di San Marco per un confronto tra gli studenti e la comunità locale, formata da imprenditori agricoli, ma anche da associazioni che a vario titolo si occupano della tutela del territorio. L’idea è quella di convertire la stazione in un centro polifunzionale a cui verrebbe annessa una pista ciclabile al posto della linea ferrata. «Un territorio davvero interessante – hanno affermato all’unisono gli studenti universitari a stelle e strisce -. Dai sopralluoghi è stato possibile verificare l’opportunità di interventi che mirano al recupero del territorio, realizzando progetti in stretta armonia con la città». 

Il progetto in sé è caratterizzato da due fasi: la prima riguarda il recupero della struttura con l’azione di associazioni, volontari e privati cittadini, rendendola accessibile ai visitatori attraverso pulizia, rimozione di possibili pericoli e sistemazione di servizi basilari. La seconda fase, invece, è a lungo termine e punta alla ricerca di finanziamenti – perlopiù fondi europei – per la totale valorizzazione della struttura. 


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Al progetto lavorano studenti delle università statunitensi di Memphis e Boston, insieme a colleghi italiani, Comuni, cittadini, imprenditori e attivisti. L'obiettivo è la rivitalizzazione del territorio della Valle del Simeto, attraverso il recupero delle linee dismesse tra Motta Sant'Anastasia e Regalbuto

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