«Francamente è una cosa davvero singolare. Gli accesi ai pronto soccorso sono informatizzati, un metodo attivo da circa dieci anni. Ovviamente i denuncianti hanno motivo di ritenere che ci sia qualcosa di strano, sarà la magistratura a valutare il tutto». A parlare a MeridioNews è Giuseppe Spampinato, direttore sanitario del distretto sanitario Ct2 dell’Asp 3 di Catania (comprendente gli ospedali di Biancavilla, Bronte e Paternò), a proposito della denuncia contro ignori presentata dal comitato pro-ospedale. Il legale dei cittadini, l’avvocato Goffredo D’Antona, ha ipotizzato l’esistenza dei reati di falso e abuso d’ufficio in merito al numero degli accessi al pronto soccorso Santissimo Salvatore. «Potrebbero essere stati taroccati: i dati legati al pronto soccorso e trasferiti al ministero sono al ribasso – sostiene D’Antona – Mancano migliaia di prestazioni. E parliamo solo del 2013, quando gli accessi sono stranamente diminuiti. Passando, a Paternò, da 29.795 a 26.065». E provocando il sorpasso da parte del presidio ospedaliero di Biancavilla, in cui gli accessi sono passati da 26.523 a 26.273.
Il direttore Spampinato, però, non si sbilancia. «Non ho elementi per valutare questo caso specifico – dice – I singoli presidi ospedalieri trasmettono i dati, con le cadenze previste dalle normative, al Sis, il sistema informatico e statistico aziendale. Il quale, a sua volta, li trasmette all’assessorato regionale». Come quei dati finiscano al ministero della Sanità «non lo so, non conosco le modalità. Non so spiegare questi numeri al ribasso per Paternò, ma se avesse ragione il comitato si sarebbero persi nel tragitto che da Palermo porta a Roma». Per quanto riguarda, poi, i due casi dei lavori iniziati e mai ripartiti e la chiusura del punto nascita, decisa prima ancora che arrivasse l’autorizzazione dei vertici dell’Asp, Spampinato parla di volontà della nuova direzione «di guardare al futuro e migliorare le cose del passato. Si parla di un progetto sbagliato (lavori di adeguamento sismico) e di una parcella già liquidata ai progettisti». Ma lui, precisa, è «un medico e non un tecnico».
«Hanno perfettamente ragione i cittadini di Paternò a essere arrabbiati – continua Giuseppe Spampinato – Ma il nostro intento è fornire un servizio migliore alla popolazione. Ci stiamo mettendo la faccia». Guardando al presente, il direttore Spampinato esclude qualsiasi depotenziamento di altri reparti o del pronto soccorso. Ma per Pietro Santoro, firmatario – assieme a Enzo Ligresti e a Nino Modica – della denuncia, il problema dell’ospedale è «legato alla mala-politica che ci ha impoverito di un punto di riferimento ospedaliero. Non solo per Paternò, ma anche per i Comuni limitrofi». Spampinato, nel frattempo, ha incontrato i rappresentanti delle associazioni Cittadinanza attiva, Il tribunale del malato e Alvuss. Tutti hanno chiesto la disponibilità di stanze, all’interno dell’ospedale, da usare come sedi. Richiesta, quest’ultima, accolta.
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