Su 1300 alunni del liceo scientifico Savarino di Partinico, in provincia di Palermo, ben 797 (ovvero, il 73 per cento) non vogliono che l’istituto prenda il nome di Peppino Impastato. Il giornalista militante di Democrazia proletaria ucciso dalla mafia nel maggio del 1978 per le sue battaglie contro i clan e per i racconti in chiave ironica che ne faceva durante il suo programma radiofonico.
Stando a quanto emerge, l’idea della maggior parte dei ragazzi è che Impastato sarebbe «un personaggio divisivo» perché connotato ideologicamente per la sua appartenenza politica. Inoltre, gli studenti contestano una scarsa democrazia nell’iter (durato più di due anni) che ha portato all’intitolazione della scuola alla vittima della mafia. «Non si è tenuto conto delle nostre proposte», lamentano i rappresentanti degli studenti.
Inizialmente, avevano chiesto che la scuola – che al momento porta il nome di un controverso cittadino di Partinico che avrebbe sostenuto anche le leggi razziali – fosse intitolato o all’ex sindaca Gigia Cannizzo o al giudice Rosario Livatino. «Non abbiamo nulla contro Impastato – ci tengono a precisare – Non ci piace il metodo seguito». Deluso e amareggiato Giovanni Impastato, il fratello della vittima di mafia: «Peppino è un personaggio amatissimo dai ragazzi, forse – commenta – gli studenti del liceo non hanno studiato la sua storia».
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