Nella notte, la Fiat Punto del direttore di Telejato, tv antimafia di Partinico, in provincia di Palermo, è stata divorata da un incendio doloso. Nel mirino anche la Bmw utilizzata dal figlio Giovanni, a cui è stato infranto il parabrezza. Ma il giornalista, abituato a subire atti intimidatori per il suo lavoro di denuncia, non sembra preoccupato dal gesto, su cui scarta l'origine mafiosa. «Una ragazzata di qualcuno che voleva farsi bello», dice a CTzen
Partinico, incendiata l’auto di Pino Maniaci «Scassapagghiari in cerca di visibilità»
Un incendio di origini dolose ha danneggiato la notte scorse la Fiat Punto di Pino Maniaci, direttore ed editore di Telejato, piccola emittente televisiva di Partinico, in provincia di Palermo, famosa per il suo storico impegno di denuncia contro le attività mafiose locali. L’auto è stata cosparsa di benzina e data alle fiamme. Nel mirino anche un secondo mezzo, una Bmw utilizzata dal figlio Giovanni, anche lui collaboratore di Telejato, a cui è stato infranto il parabrezza.
Pino Maniaci, nel corso della sua carriera giornalistica, è stato più volte bersaglio di atti itimidatori e danneggiamenti. Come lo scorso ottobre, quando un altro incendio doloso aveva distrutto il ripetitore dell’emittente di Partinico, sita sul monte Bonifato, in provincia di Trapani, rendendo impossibili le trasmissioni tv. Ma stavolta, secondo il direttore di Telejato, «la mafia non c’entra nulla», e dice a CTzen di non sentirsi per nulla preoccupato dal gesto. «Sono in corso delle indagini», precisa, ma a quanto pare l’origine dell’intimidazione non sarebbe mafiosa, ma opera di «scassapagghiari». Una «ragazzata», secondo Maniaci, «venuta in mente a qualcuno che voleva farsi bello davanti a qualche caporale».