Avrebbero corrotto dirigenti e funzionari con denaro e cene. A Partinico, in provincia di Palermo, undici persone sono indagate a vario titolo per associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e peculato. Tre persone sono state portate in carcere, cinque sono ai domiciliari e tre sono state sospese dal pubblico ufficio o servizio. Secondo i carabinieri esisterebbe un’associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti contro la pubblica amministrazione. Sarebbe composta da quattro persone, vertice di una cooperativa di servizi socio-sanitari con sede a Partinico.
Tramite la cooperativa Nido d’Argento le quattro persone avrebbero corrotto sette tra dirigenti e funzionari dei comuni siciliani di Partinico, Balestrate, Marsala, San Cataldo, Agrigento e della Città Metropolitana di Palermo, oltre a un ex sindaco di Partinico, che al momento dei fatti non aveva ruoli nella pubblica amministrazione. Sarebbero stati corrotti con denaro, regali e cene offerte in noti ristoranti.
La cooperativa avrebbe assunto persone indicate dai dirigenti e dai funzionari che sarebbero stati corrotti. L’obiettivo della corruzione sarebbe stato di velocizzare i pagamenti e le liquidazioni da parte degli enti locali nei confronti della cooperativa o aggiudicarsi costosi appalti per servizi pubblici relativi ad attività socio-assistenziali, come l’assistenza domiciliare di disabili e anziani, il trasporto di disabili presso istituti scolastici o sanitari, servizi in ambito educativo di minori, come asili nido e centri ricreativi estivi.
Inoltre sarebbe stata rilevata l’emissione di una fattura da 30mila euro – pagata dall’ente pubblico – per la retribuzione di servizi mai prestati da parte della cooperativa. Le persone ai vertici della cooperativa e alcuni dei pubblici ufficiali compiacenti si sarebbero incontrati abitualmente in un noto e caratteristico borgo vicino Partinico. Sono stati sequestrati preventivamente 50mila euro, alcuni gioielli e la stessa cooperativa, che ha un fatturato annuo di circa 13 milioni di euro e oltre 1250 dipendenti.
Sono stati arrestati Giuseppe Gaglio, legale rappresentante e presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa Nido d’Argento, Massimiliano Terzo – dipendente della cooperativa – e Gaetano Di Giovanni, dirigente del distretto socio sanitario di Agrigento e capo dei vigili urbani di Agrigento. Ai domiciliari Giuseppe Chiaramonte e Francesco Chiavello, dipendente ed ex dipendente della Nido d’Argento, l’ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo, Maria Pia Falco, istruttrice direttiva al comune di Marsala e Aldo Raimondi, responsabile del settore Politiche Sociali e Culturali del comune di S. Cataldo. Una sesta persona destinataria degli arresti domiciliari è ancora ricercata. Sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per Maria Rita Milazzo, dirigente del comune di Balestrate, Michela Sclafani, funzionaria dell’ufficio direzione Politiche sociali della città metropolitana di Palermo e Antonino Geraci, presidente della commissione aggiudicatrice nella gara per l’affidamento della gestione e realizzazione “Azione a rafforzamento dei servizi sociali”.
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