Parla il gambiano lasciato fuori dal locale a Marsala «Avere la pelle nera non significa creare problemi»

Giardiniere, muratore e calciatore dell’Usd Petrosino Marsala Black Star. Alì Omar Fofana, da che è in Sicilia, le sta provando tutte per integrarsi. Le giornate le trascorre dandosi da fare con due lavori, l’impegno sportivo e la voglia di sentirsi a casa. Sabato sera, però, la porta gli è stata sbattuta in faccia, metaforicamente e non, all’Antico mercato del pesce di Marsala, nel cuore della movida. «“Non c’è nessuno come voi dentro”, ci ha detto un addetto alla sicurezza», racconta il 26enne, arrivato in Sicilia con un barcone nel 2013 dopo essere partito dal Gambia.

L’accesso al locale è stato negato anche ad cinque amici di Omar, anche loro africani. Il gruppo ha filmato la scena con il cellulare e
pubblicato le immagini su Facebook. Riprese che hanno dato il la a un’ondata di critiche nei confronti dei gestori dei locali della movida. Nel video si sentono le frasi «non c’è nessuno come voi dentro», «così ci hanno detto di fare» e l’immancabile «io non sono razzista, ho pure amici…». Giustificazioni che non hanno convinto Omar e gli altri. «Non è la prima volta che succede – racconta il giovane a MeridioNews A carnevale ci era stato impedito l’ingresso al palazzetto dello sport, trasformato per l’occasione in una discoteca, nonostante – sottolinea il 26enne – avevamo pagato il biglietto».

All’indomani dall’accaduto i gestori hanno detto che all’origine dell’accaduto non ci sarebbero state ragioni razziali. «Nessun episodio di razzismo s
olo l’applicazione delle norme anti-Covid – dicono – L’accesso è consentito ad un massimo di 180 persone e all’interno in quel momento erano presenti tanti avventori, molti dei quali seduti ai tavolini. Gli ingressi inoltre vengono controllati attraverso prenotazioni e liste per motivi di ordine pubblico e sicurezza». Una giustificazione che lascia perplessi, dal momento che nel video si vedono parecchi giovani entrare – quasi tutti senza le mascherine – senza alcun tipo di controllo o lista. «Entra e dimmi se c’è qualche connazionale tuo», dice provocatoriamente uno dei buttafuori.

Tra chi ha acceso i riflettori sull’accaduto c’è
Valentina Villabuona, neopresidente provinciale del Pd. «Quello che è successo – si legge in un post – è davvero grave. Penso che la politica, ma anche la società civile, debba prendere posizioni. Il ragazzo dice che siamo nel 2020, io invece dico siamo nell’America degli anni ‘50». Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo. «L’episodio ci amareggia molto – dice il primo cittadino – è un episodio che non contiene sfumature da interpretare e che, dopo avere osservato il video, condanniamo senza se e senza ma. Viviamo in un momento storico particolarmente delicato, in cui esprimersi con chiarezza, senza lasciare adito a fraintendimenti, è più importante che mai. Vorremmo che non si verificasse mai più un episodio del genere nella nostra città. Abbiamo inviato – conclude Di Girolamno – il video alla polizia municipale per i dovuti accertamenti, in seguito ai quali prenderemo gli eventuali provvedimenti del caso».

Nell’attesa di capire se l’amministrazione comunale interverrà in qualche modo, resta l’amarezza di Omar, che in Gambia, dopo la morte dei genitori, ha una sorella da mantenere. «Noi non beviamo, non fumiamo, siamo tutti sportivi – aggiunge Omar, che in Gambia ha una sorella da mantenere, dopo la morte dei genitori –
Magari, però, sei ragazzi neri agli occhi degli addetti alla sicurezza potevano creare problemi».


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