A Pantelleria le notti sono tornate a essere silenziose. Il fragore dell’esplosione su cala Gadir fa ancora discutere, ma non si è più ripetuto. Quello che invece continua ad alzarsi, seppure metaforicamente, è la polvere. La polemica sulla messa in sicurezza da oltre un milione e mezzo di euro che riguarda due delle zone più famose – oltre la parte che sovrasta le vasche d’acqua calda di cala Gadir, anche il costone che guarda sul lago Venere – è infatti lontana dal placarsi. E mentre sull’isola gli abitanti si chiedono quali saranno i tempi prima che tutto torni alla normalità, l’indagine della procura di Marsala va avanti per appurare eventuali negligenze nella gestione delle opere. Anzi, stando a quanto appreso da MeridioNews, potrebbero esserci nuovi elementi da approfondire per gli inquirenti.
Se in autunno a destare scalpore erano stati i massi lasciati cadere giù dal costone, mentre nei giorni scorsi l’attenzione è stata attirata dalla decisione di utilizzare la dinamite – un’ipotesi esclusa in sede di gara dalle imprese aggiudicatrici dell’appalto e, a cose fatte, anche dal sindaco Vincenzo Campo, nonostante fosse stato lo stesso primo cittadino ad autorizzarne l’uso – lo sguardo potrebbe spostarsi anche su altri due fronti: l’iter amministrativo che ha portato al finanziamento dell’opera da parte del Commissario per il rischio idrogeologico e lo smaltimento degli scarti di lavorazione derivanti dalla frantumazione delle rocce.
In merito al primo punto, la questione riguarda il tipo di valutazione ambientale che è stata fatta del progetto presentato dal Comune di Pantelleria e accolto dalla struttura commissariale retta da Maurizio Croce. La zona in cui l’intervento è stato fatto è un sito di interesse comunitario (Sic), per il quale la normativa esplicita la necessità di effettuare la valutazione d’incidenza ambientale. Nel decreto con cui, a fine 2018, il Commissario per il rischio idrogeologico dà il via libera al quadro economico presentato dal responsabile unico del procedimento Salvatore Gambino si fa cenno all’urgenza di avviare le procedure della gara d’appalto e pertanto di approvare il progetto esecutivo. Nessun accenno, invece, alla necessità di sottoporre gli interventi alla valutazione dell’assessorato regionale al Territorio e, nello specifico, alla commissione tecnico-specialistica (Cts) che si occupa di rilasciare i pareri in materia ambientale. «Il progetto non è passato dalla Cts – conferma Croce a MeridioNews – ma questo è accaduto perché il parere sulla compatibilità è stato rilasciato dal Comune di Pantelleria all’interno della conferenza di servizi che ha preceduto la sottoposizione del progetto al nostro ente».
Il commissario che, quando Gambino venne nominato Rup, era anche assessore al Territorio dell’allora governo guidato da Rosario Crocetta è certo che tutto sia stato fatto seguendo la legge. «Si può discutere se sia giusta o meno, ma questo prevede – puntualizza Croce – Per questo tipo di interventi, la valutazione d’incidenza ambientale viene fatta dalla Regione solo se l’ente del territorio in cui ricade il progetto non si esprime». Tuttavia, in un decreto assessoriale del 2007, che tratta le modalità con cui deve essere affrontata la Vinca, si legge che «la struttura competente (dell’assessorato, ndr), sulla base della documentazione trasmessa e delle caratteristiche del sito, comunica al proponente se il progetto è da assoggettare alla successiva procedura di valutazione di incidenza entro il termine perentorio di 60 giorni dalla presentazione dell’istanza corredata di tutta la documentazione richiesta. Decorso tale termine senza che la struttura competente si pronunci in merito, il soggetto proponente ha la facoltà di non attivare la procedura di valutazione di incidenza».
«La trasparenza e la chiarezza sulle procedure adottate per la messa in sicurezza di cala Gadir sono previste dalle normative in materia – dichiara a MeridioNews l’eurodeputato Ignazio Corrao – Su questo, il Commissario per il rischio idrogeologico spero dimostrerà che l’uso della dinamite sia stato compatibile e che la valutazione d’impatto non sia stata valutata essenzialmente solo in termini di celerità e risparmio economico. Per questo motivo – annuncia Corrao – sto interessando la Commissione europea chiedendo un parere e di verificare l’iter». Dello stesso avviso anche il deputato regionale cinquestelle Giampiero Trizzino. «Sono certo che prima dell’avvio dei lavori il progetto abbia ricevuto una valutazione di incidenza positiva. Diversamente – sottolinea Trizzino – sarebbe un atto assolutamente non condivisibile».
Un’altra domanda riguarda le modalità di smaltimento con cui le società Gheller, Sofia Costruzioni e Fox hanno fin qui gestito i materiali di risulta del cantiere. Nell’appalto, il conferimento in discarica ammonta a 45mila euro. «Il nostro è l’unico sito autorizzato a Pantelleria, eppure finora non abbiamo ricevuto neanche una bacinella di inerti», dichiara Gianluca Serradura, amministratore dell’impianto di trattamento di inerti gestito dalla società Sepa Trasporti. Dal canto suo, la Fox ribadisce la bontà delle procedure: «Tutti gli scarti sono stati conferiti come previsto dalla norma e i formulari compilati alla presenza della direzione dei lavori lo confermano». Per capire dove questi materiali di risulta vengano smaltiti, MeridioNews ha provato a contattare il direttore dei lavori Gaspare Inglese, senza però riuscirci.
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