Intervistato da MeridioNews, l'ex ala destra rosanero ha rispolverato la cartolina della vittoria in B del 2003 ottenuta dalla compagine di Sonetti contro gli scaligeri davanti ai 35 mila del Barbera. Era in palio una grossa fetta di promozione. Domani la formazione di Ballardini giocherà per la salvezza
Palermo-Verona sold-out non è una novità Asta: «Stadio esaurito, quanti ricordi…»
Cartoline del passato tornano d’attualità. Palermo-Verona con uno stadio Barbera esaurito non è un unicum nell’era Zamparini. Anche il 31 maggio 2003 (era il primo anno dell’imprenditore friulano al timone del club di viale del Fante) i rosanero affrontarono gli scaligeri davanti a 35 mila spettatori. Una cornice che Antonino Asta ricorda bene. Era in campo, quel giorno, nel match vinto 2-0 in serie B dalla compagine allora allenata da Sonetti grazie ad una doppietta di Lamberto Zauli. «Lo stadio era stracolmo – ripercorre l’ex ala destra rosanero – dovevamo vincere ad ogni costo in vista della gara successiva contro il Lecce (spareggio-promozione che si aggiudicarono poi i salentini, ndr) e ricordo che preparammo la partita, durante la settimana, circondati da un clima di grande entusiasmo. Quella con il Verona fu l’ultimo match casalinga della stagione e grazie al sostegno dei tifosi riuscimmo a vincere, mostrando in campo grande voglia e determinazione».
Il presente propone delle analogie. Dopo tredici anni, il Barbera si riempirà un’altra volta in occasione di un Palermo-Verona. La differenza è che, domani sera, per i rosanero ci sarà in palio la salvezza: «Al culmine di una stagione travagliata, caratterizzata anche da un certo distacco da parte della gente a causa di tutte le situazioni che si sono venute a creare – ha aggiunto Asta – adesso il pubblico potrà tornare protagonista e spingere la squadra verso il traguardo dopo avere visto il baratro. I rosanero hanno una posizione di vantaggio nei confronti del Carpi e potranno giocare sapendo di essere padroni del proprio destino senza pensare agli altri risultati». E il fatto di essere artefice del proprio futuro è per il Palermo un grande risultato, una condizione psicologica ideale in funzione di un obiettivo che fino a qualche settimana fa sembrava compromesso: «Tutti, in realtà, pensavamo ad un certo punto che il Palermo non ce l’avrebbe fatta – ammette l’ex tornante classe 1970 nato ad Alcamo – si sono verificate troppe situazioni negative. E invece nelle ultime gare c’è stata la metamorfosi. Secondo me è stata giusta l’intuizione di Zamparini che ha voluto riprendere Ballardini, bravo in occasione di questo suo secondo mandato stagionale a dare qualcosa in più e a mettere da parte i precedenti rancori con Sorrentino. Gli anziani Sorrentino e Maresca hanno fornito un contributo determinante e anche Vazquez ha confermato di essere un giocatore di grande importanza. Il fatto di non avere più nulla da perdere, inoltre, ha agevolato mentalmente la squadra e la vittoria ottenuta a Frosinone, propiziata dal gol di Gilardino, è stata fondamentale».
La salvezza è ormai ad un passo ma non è ancora acquisita. Tra il Palermo e il traguardo finale c’è l’ostacolo Verona. Una squadra che, pur essendo già retrocessa, potrebbe nascondere delle insidie: «Tutte le gare presentano delle difficoltà e il bello è che non c’è più quella mentalità tutta italiana in base alla quale le squadre arrivano alla fine senza voglia di combattere. Il Palermo dovrà non cadere nella trappola di sottovalutare gli scaligeri, ma scendendo in campo con determinazione avrà la possibilità di vincere e centrare il proprio obiettivo».