Palermo: una retrocessione annunciata due anni fa

Estate 2011: Zamparini vende Pastore per ben 45 milioni di euro alla fine di una stagione epica, che aveva portato i rosa alla finale di coppa Italia contro l’Inter e, a parere di molti tifosi, aveva costretto i potentati del calcio italiano a massacrare la squadra di Palermo per non farla salire troppo: qualcosa come 25 rigori non concessi ai rosa in quella stagione.

Pastore con la maglia del Palermo. Foto tratta da www.tweetblog.blogosfere.it

Come sono stati investiti questi soldi? Tutti se lo chiedono.  Per molti la risposta è ovvia: nel centro commerciale dello ZEN. Eppure, almeno in parte, l’umorale presidente del Palermo aveva investito nella squadra da mettere in campo. Ma lo aveva fatto male. Molto male. Innanzitutto non confermava il migliore allenatore della storia rosanero, Delio Rossi. Inoltre, anziché rinforzare l’anello debole di quella squadra, e cioè la difesa che aveva subito una caterva di gol, vanificando quanto di buono faceva in attacco, indeboliva il reparto, mandando via giocatori-chiave e tenendo elementi, come Munoz, che avevano ampiamente dimostrato la loro inadeguatezza per la massima serie. In attacco ci si affidava a ottimi giocatori, proni però a infortuni, oppure già avanti negli anni: Hernandez, Pinilla, Miccoli, Budan

Poi si comprava una quantità immensa di trequartisti, nessuno dei quali con le carte in regola per sfondare, tranne Ilicic, altro “umorale” che non aveva ancora continuità, e con un paio di difetti evidenti. La squadra si salvava comunque nel 2012, grazie a qualche buona prestazione nel girone d’andata e ai gol, quasi inattesi, di Miccoli e Budan.

Miccoli si asciuga le lacrime. Foto tratta da www.calcio.fanpage.it

Infine lo smantellamento finale dell’estate del  2012. Nell’agosto dell’anno scorso in molti avevamo previsto come sarebbe andata a finire: al massimo 28 punti e il penultimo posto assicurato. Il penultimo posto è arrivato (sul campo il Siena ha conquistato più punti del Palermo), e la squadra, anzi, ha fatto qualche punto in più del previsto…

Dunque, dopo nove anni di A, e gloriosi risultati, record, prestigiose vittorie contro le squadre padrone incontrastate di un calcio italiano di dubbia moralità e che scivola sempre più in basso pur di facilitarle in tutto e per tutto, il Palermo torna in serie B.

Come per le vittorie, la responsabilità maggiore è oggi del presidente, Maurizio Zamparini. Il crollo degli ultimi due anni è soprattutto opera sua. Non solo ogni anno, ma a ritmi sempre più intensi, ogni sei mesi e poi ogni tre mesi, Zamparini ha imposto rivoluzioni (e spesso involuzioni) nella direzione tecnica e nel parco-giocatori, in una confusione sempre crescente. Addirittura cinque i cambi nella direzione della squadra in questa stagione: Sannino, poi Gasperini, quindi Malesani, ancora Gasperini, per terminare da dove si era cominciati, con Sannino. Il quale, pure nel mezzo di cotanto disastro, aveva fatto sperare in una salvezza agguantata all’ultimo momento, grazie all’esplosione, finalmente, di Josip Ilicic.

La squadra messa in piedi per la stagione che si conclude con la retrocessione è stata fatta raschiando  il fondo del cassetto in quanto ad atleti di un certo pregio, gli ultimi ad andare via nell’estate 2012 (Balzaretti, Migliaccio, Acquah, Viviano) avrebbero forse portato quei 7-8 punti in più per conquistare la salvezza.. Invece, al posto loro, Zamparini ne accoglie altri che, obiettivamente, non promettevano nulla di buono: i Garcia, i Von Bergen, gli Ujkani ei Morganella che erano ultra-retrocessi con Cesena e Novara l’anno precedente. Andati via Migliaccio e Silvestre, non un solo colpitore di testa è rimasto in tutta la squadra. Sulle fasce, Balzaretti è sostituito da un giocatore ancora in erba come Garcia. E sarebbe difficile elencare la serie di errori nel montare questa squadra, tanto da far pensare a moltissimi tifosi che non si tratta di un “montare”, ma di uno “smontare sistematico”, forse realizzato coscientemente.

E non è finita. Nel Gennaio del 2013 Zamparini, con la complicità del DS Lo Monaco, riesce a provocare la confusione più completa tra i ranghi dei rosa, ingaggiando una serie di giocatori che nulla potevano per recuperare il terreno perduto: Faurlin (oggi inguardabile contro la Fiorentina), Formica, Fabbrini, Sperduti, Aronica, Dossena… Solo il portiere, Sorrentino, tra i nuovi acquisti di Gennaio, ha fatto vedere qualcosa di buono. Forse perché mandare ancora in campo il povero Ujkani, anche lui troppo acerbo per la A, era fin troppo imbarazzante.

Il presidente della US Città di  Palermo  ricostruirà una squadra come ha fatto qualche anno fa la Juventus (con le debite proporzioni) per risalire in A ed essere di nuovo protagonista? Non si sa. I tifosi sono divisi tra chi lo spera e chi vorrebbe che Zamparini se ne andasse una volta per tutte. Anche se quest’ultima ipotesi sarebbe probabilmente una sciagura ancora maggiore della prima, almeno in mancanza d’acquirenti credibili.

Intanto dopo la sconfitta per 1 – 0 a Firenze, con un gol di quel Luca Toni che riportò il Palermo in A nel 2004, l’inferno della B è ormai matematico.

Notte fonda. Il calvario nella serie cadetta è iniziato. Ma forse, anche questo, è il minore dei mali: i palermitani hanno ben altro a cui pensare nell’odierna crisi economica e del lavoro che sta martoriando una città oggi infelicissima. E per motivi ben più gravi del calcio.

Gabriele Bonafede

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