Palermo, tra Giunta Orlando e Governo Crocetta chi sta ‘affondando’ meglio la città?

LA ‘SFIDA’ NON E’ FACILE. PERCHE’ SI TRATTA DI DUE ESPERIENZE AMMINISTRATIVE PERFETTAMENTE IN LINEA CON L’UNIONE EUROPEA DELLA SIGNORA MERKEL E DELL’EURO…

Sta facendo più danni il Governo di Rosario Crocetta all’economia siciliana o la Giunta comunale di Leoluca Orlando alla città di Palermo? La ‘sfida’ è all’ultima impresa chiusa. Una battaglia che il governatore dell’Isola e il Sindaco del capoluogo siciliano combattono il primo bloccando il lavori del Parlamento siciliano e ‘congelando’ i fondi europei, il secondo multando e facendo chiudere quei pochi esercizi commerciali che ancora, testardamente, resistono.

Il Governo Crocetta opera in tutta la Sicilia. Ma gli uffici della Regione sono a Palermo. Ed è dal capoluogo dell’Isola che il presidente si aspetta ‘grandi risultati’. I diecimila dipendenti della formazione sono alla fame. Ma si può fare di più. E Crocetta ci sta provando, disertando da tre settimane i lavori della Commissione Bilancio e Finanze. Obiettivo: lasciare a pane e acqua i 30 mila soggetti già ‘inchiummati’ dalla Finanziaria 2014 finita a schifio.

L’Amministrazione comunale di Palermo, però, non è da meno. A parte l’immondizia e le strisce blu abusive, c’è la ‘Guerra santa’ contro i gazebi che ‘fruttano’ chiusure a ripetizione degli esercizi commerciali.

Oggi i dati diffusi dall’Osservatorio economico della provincia di Palermo, con Camera di Commercio e Istituto Tagliacarne di Roma, non hanno chiarito chi – tra Regione e Comune – sta lavorando meglio per affossare la città.

In ogni caso, è un ‘grande risultato’ che solo il presidente di Confartigianato provinciale, Nunzio Reina, si ostina a non voler capire.

“A Palermo – dice Reina – si sono persi 46 mila posti di lavoro, la riduzione dei consumi per ogni famiglia supera il 25 per cento, ma in città continuano a chiudere le attività commerciali nella settimana di Pasqua”.

Poi, invece di commentare ‘positivamente’ il lavoro svolto con impegno ‘certosino’ dal Governo regionale di Crocetta e dall’Amministrazione Orlando, il presidente della Confcommercio di Palermo comincia – è il caso di dirlo – a dare i numeri:

“Oggi, in occasione dell’Osservatorio Economico che ha evidenziato dati molto sconfortanti, mi aspettavo la presenza del sindaco Leoluca Orlando, ma la sua assenza ha confermato, ancora una volta, come le associazioni di categoria, portavoce dei diretti interessati penalizzati e danneggiati, vengano screditate. I nostri appelli sono stati inutili: le associazioni avevano chiesto un incontro rimasto tuttora senza risposta. Eppure, le richieste si basavano sull’individuazione di una soluzione che garantisse entrambe le parti, visto che bastano cinque giorni di inattività per far sprofondare nel baratro un esercizio commerciale”.

“A quanto pare – insiste Reina, che sembra non rendersi conto che l’obiettivo di desertificare Palermo rientra nei progetti dell’Unione europea controllata dalla Germania – coloro che dovrebbero essere i nostri interlocutori non sono interessati e preferiscono il silenzio. Ed io, d’altro canto, mi scuso pubblicamente con gli associati che non ho potuto aiutare per l’assenza di qualunque riscontro. Tra i commercianti – conclude Reina – è riuscito ad ottenere la sospensiva soltanto chi ha avuto la disponibilità economica per fare ricorso. Tutto ciò è gravissimo e rende inutile ed ipocrita ogni parola di solidarietà nei confronti delle imprese che falliscono o chiudono”.

Un altro che sembra non capire l’importanza ‘strategica’ di una Palermo in mutande è il parlamentare regionale del PD, Fabrizio Ferrandelli:

“Un bollettino da guerra: Palermo è ostaggio della crisi economica e di Orlando. Se ci fossero elezioni a medio termine il sindaco non avrebbe più la maggioranza dei palermitani e dovrebbe fare un passo indietro”.

“C’è una città al collasso e un’Amministrazione senza visione – insiste Ferrandelli, che però fa un grande torto al Governo regionale di Crocetta ignorandolo – senza pensieri lunghi, senza idee, in totale continuità con il passato. Quando si perdono 13 punti di ricchezza, quando chiudono oltre 1700 imprese in un anno, quando una famiglia su quattro è povera, quando aumentano vertiginosamente furti e rapine rendendo la città insicura, la politica o ha la consapevolezza che non c’è più tempo da perdere, dimostrando di saper fare, o deve lasciare, abbandonare il campo per consentire a chi ha nuove idee di potersi occupare bene di Palermo”.

 


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