Neanche cinque giorni fa i Mille di Garibaldi marciavano in via Maqueda, tra palazzo delle Aquile e San Giuseppe dei Teatini, mentre le donne dell’epoca si accalcavano ai quattro canti e i cannoni presidiavano la Cattedrale e il palazzo arcivescovile. Non c’è dubbio che il set messo in piedi per girare la serie Il Gattopardo non è passato inosservato, tutt’altro, ha alimentato turismo e curiosità. E ovviamente polemiche. Gli scudi sui social si erano dapprima levati per la ricostruzione storica, ritenuta assai approssimativa e poco fedele, più simile a quella di un’ambientazione da Far West, con la sabbia e il pietrisco cosparse sulle strade a simulare una strada sterrata laddove nella seconda metà dell’Ottocento splendeva invece il basolato che mezz’Europa invidiava a Palermo, resa invece alla stregua di una Saint Louis o una Kansas City dell’epoca.
E se da una parte, lato Cattedrale, il basolato è tornato a splendere e tutto è stato ripulito, lo stesso non si può dire del tratto di via Maqueda passa di fronte alla scalinata di piazza Pretoria, dove l’asfalto è ancora nascosto da sabbia e detriti. E dove anche senza cannoni e figuranti in costume, i turisti continuano ad accalcarsi ogni giorno, forse attratti anche dai grossi polveroni che si sollevano al passaggio dei taxi e dei motorini. E vista l’ambientazione se non storica, quanto meno vintage, Palermo sta riscoprendo il boom delle carrozze: sono una decina quelle parcheggiate, per così dire, in quel pur breve tratto di strada.
E la location, con il richiamo forte al passato, sembra funzionare. Tanti sono i palafrenieri che riescono a vendere le proprie corse panoramiche ai turisti. Un rinnovato slancio a una piccola economia che pesa tuttavia sulle spalle degli animali. Con i cavalli costretti a lunghe soste sotto al sole: in quella zona non ci sono pensiline apposite, promesse dal Comune, così come le fontanelle di abbeveraggio, ma mai arrivate, tant’è che non è raro vedere degli gnuri abbeverare il proprio cavallo con acqua presa direttamente dalle fontane dei Quattro Canti. Secondo il regolamento comunale la ricerca dell’ombra diventa obbligatoria superati i 35 gradi, temperature al momento solo sfiorate o raggiunte per poco tempo, ma starà in ogni caso a Palazzo delle Aquile la ricerca di una soluzione perché non si arrivi anche quest’anno a scene tragiche come svenimenti e morti. Intanto gli incidenti causati dai calessi quest’anno a ridosso dell’estate sono già due e si rinfocolano ancora una volta le polemiche sul ruolo dello gnuri.
Sei giorni, sei zone, un piano sperimentale per la pulizia del marciapiedi previsto dalle 6…
La polizia ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal gip di Catania nei confronti…
Hanno messo fuori uso l'impianto di videosorveglianza di un cantiere edile di viale Regione Siciliana,…
Un post sul proprio profilo Facebook per annunciare i lavori di riqualificazione di piazza Turi…
Con l'accusa di detenzione illecita di armi e possesso di sostanze stupefacenti, detenute ai fini…
Tra le 17 città in corsa per Capitale Italiana della Cultura 2027 ce n'è anche…