La gara con il Catania in programma alle 20,30 al Massimino coincide con il debutto da allenatore-capo dell'ex vice di Boscaglia, tecnico esonerato dopo la sconfitta con la Viterbese. Sette gli assenti tra i rosanero tra cui gli squalificati Almici, Odjer e Saraniti
Palermo, nel derby via al ciclo targato Filippi «Faremo bene, bisogna giocare per la gloria»
Impossibile, in questa stagione calcistica, trovare nel vocabolario rosanero la parola ‘normalità’ a ridosso del derby con il Catania. All’andata il grande protagonista è stato il Covid, scomodo compagno di viaggio dei rosa costretti a scendere in campo al Barbera con gli uomini contati e senza giocatori di movimento in panchina. Adesso, invece, in casa Palermo sono state le questioni tecniche a snaturare il percorso di avvicinamento alla gara in programma questa sera alle 20,30 allo stadio Massimino e valida per la ventottesima giornata del girone C del campionato di serie C. Match nel quale farà il suo esordio da allenatore titolare Giacomo Filippi, promosso alla guida della prima squadra dopo l’esonero di Boscaglia maturato sabato durante il viaggio di ritorno in seguito alla sconfitta per 1-0 rimediata sul campo della Viterbese.
Il termine ‘diversità’, perfettamente adatto ad una partita come questa che per rivalità e campanile ha un sapore particolare, sul fronte rosanero è riconducibile nel caso specifico anche al contesto in cui la squadra ha preparato la sfida con gli etnei. Sia dal punto di vista logistico (da domenica mattina i rosa sono in ritiro a Comiso) sia ambientale facendo riferimento in questo caso non solo agli umori della piazza dopo il passo falso a Viterbo («Mirri non è il mio presidente» – ha scritto su Facebook il collettivo della Curva Nord Inferiore mentre gli ultras della Nord Superiore, restando nell’ambito del tifo organizzato, hanno pubblicato un lungo messaggio con l’obiettivo di scuotere il gruppo parlando contestualmente di «scelta dovuta» a proposito dell’esonero di Boscaglia) ma anche ai dubbi sulle prospettive economiche del club alimentati dalla convocazione dell’assemblea dei soci della controllante Hera Hora, per sancire la liquidazione della società, deliberata domenica nel corso di un Cda che ha confermato la conflittualità esistente tra gli azionisti Mirri e Di Piazza. Che nelle ultime ore, attraverso il post Ora più che mai la squadra ha bisogno del supporto di tutti sui social ha preferito dagli Stati Uniti indossare i panni del tifoso concentrandosi sul calcio giocato.
Si inserisce in questo quadro il battesimo da allenatore-capo di Filippi, costretto a fare i conti con la fame di un Catania quinto in classifica con 40 punti (due di penalizzazione) e a secco di vittorie da quattro partite e chiamato a dare subito una scossa al gruppo anche per convincere la dirigenza a non sondare il terreno alla ricerca di altri profili a cui affidare eventualmente la panchina per traghettare la squadra fino alla fine della stagione. «La società mi ha affidato l’incarico e io, che sono un professionista, ho accettato. L’ho fatto volentieri e senza pensarci due volte – ha ammesso Filippi – Boscaglia? Non ci siamo sentiti ma lo faremo presto. Lo ringrazio perché è lui che mi ha introdotto nel mondo del calcio come allenatore e, dopo l’esperienza negli Allievi Nazionali del Trapani, sono stato suo vice per cinque anni e mezzo. Sono sicuro che farà il tifo per me, nel presente e anche in futuro».
L’ormai ex vice di Boscaglia sa quali tasti toccare all’interno dello spogliatoio rosanero: «Dovremo imparare a giocare per la gloria, in questo modo potremo toglierci delle soddisfazioni. Credo molto nei valori di questa squadra e sono convinto che ci sono i presupposti per fare cose buone. Il derby? E’ una partita che vale tre punti come le altre ma non ha la stessa carica adrenalinica delle altre sfide. Io sono palermitano di provincia essendo nato a Partinico, sono tifoso del Palermo e so quanto vale questa gara e anche i giocatori sanno cosa significa. Una partita che si prepara da sola dal punto di vista delle motivazioni. Finora, anche se abbiamo offerto più di una volta buone prestazioni contro avversari di una certa caratura, siamo mancati in alcuni aspetti e dovremo lavorare proprio sulle carenze che abbiamo mostrato focalizzando l’attenzione, in particolare, sull’intensità, la lettura delle situazioni di gioco e la voglia di raddoppiare e triplicare le marcature. Alla fine, in ogni caso, è l’atteggiamento che fa la differenza».
Pur avendo viaggiato finora sulla stessa lunghezza d’onda di Boscaglia è probabile che il ‘neo’ tecnico rosanero proponga già nel derby di oggi qualcosa di diverso. Non tanto sul piano tattico (si va verso la conferma del 4-3-3) quanto, piuttosto, su quello relativo alla scelta degli interpreti. A delineare il nuovo profilo del Palermo saranno le assenze per squalifica di Almici, Odjer e Saraniti e anche le quotazioni in rialzo di qualche elemento che finora ha faticato a prenotare un posto in prima fila come ad esempio Silipo, in pole-position (complice l’assenza di Kanouté rimasto domenica mattina a colloquio in sede con l’ad Sagramola dopo l’esclusione dai convocati per Viterbo per motivi disciplinari e destinato al reintegro in gruppo dopo la gara odierna) sull’out destro nel tridente d’attacco completato da Lucca e, nonostante il recupero di Valente, uno tra Floriano e Rauti con il primo favorito dato che l’ex Primavera del Torino è un po’ acciaccato. Seguendo la strada che porta ad un leggero sbilanciamento verso gli uomini di maggiore esperienza soprattutto per questo genere di partita è concreta, inoltre, la possibilità di rivedere titolare Santana, o in avanti o nella cerniera di centrocampo a tre assieme a De Rose e uno tra Luperini e Palazzi, giocatore quest’ultimo impiegabile pure come centrale difensivo anche se al Massimino (anche alla luce del forfait di Lancini rimasto a Palermo al pari di altri indisponibili come Doda e Corrado) sono alte le percentuali che riguardano l’impiego dal primo minuto del duo Somma-Marconi nella linea a quattro supportata sulle corsie esterne da Accardi e Crivello.