Palermo, mister Tedino lancia la sfida al Parma «Esame per me e per tutti. Non siamo malati»

«Dobbiamo restare concentrati sulla partita di domani. In tre partite non abbiamo raccolto nulla, ma non siamo stati né malati, né siamo guariti». È questo il diktat di Bruno Tedino. Il tecnico del Palermo presenta così, in conferenza stampa, la sfida del Tardini contro il Parma, in programma domani alle ore 15. «Si tratta di un esame per me come per tutti. Dobbiamo trovare continuità, le gare iniziano a diminuire e dobbiamo quindi avere più sostanza. Il Parma è imprevedibile, ha tantissimi giocatori che hanno gamba. Hanno grande seguito e blasone, per di più sono ben allenati. A fare la differenza è l’organizzazione in entrambe le fasi». Inevitabile una parentesi sul cambio di direttore sportivo e un saluto affettuoso all’ex ds, Fabio Lupo

«Lupo è stato sempre con noi e con me ha svolto un lavoro importante. Si tratta di una persone competente e con grande qualità, resta un professionista e avrà sempre a cuore le sorti di questa squadra. Sono sicuro che farà il tifo per noi e noi giocheremo anche per lui». Al suo posto è arrivato Aladino Valoti, ma Tedino si mostra disponibile a creare un rapporto costruttivo: «Non ho mai lavorato con lui, ma lo conosco. In questi giorni ci siamo confrontati, le persone che arrivano ci possono aiutare a colmare eventuali lacune. Bordon ci può dare una grossissima mano, chi arriva non entra a gamba tesa».

Mister Tedino passa poi a fare un’analisi di quelle che sono state le ultime prestazioni dei rosa: «A Perugia avevamo fatto una buona partita, come con il Foggia per 60 minuti. Anche a Vercelli avremmo meritato di più, ma anche i pareggi contano per continuità e perché portano punti. Bisogna anche stare attenti a non perdere, a Empoli ad esempio siamo stati scadenti per approccio mentale». E Tedino, compassato e ordinato, svela anche un piccolo retroscena riguardante la gara di martedì scorso con l’Ascoli: «Difficilmente esulto dopo un gol, ma dopo il gol dell’1-1 mi sono fatto schifo da solo perché ho esultato come se fossi un ebete. Questa vittoria può darci slancio». Insieme al nuovo direttore sportivo è arrivato anche il mental coach Andrea Cannavacciuolo: «Io non mi sento solo – continua il tecnico –, ma circondato da persone con cui è possibile confrontarsi. Non credo che il mental coach sia il classico azzeccagarbugli. Il direttore ci sta mettendo a disposizione una persona preziosa, non deve passare il messaggio che un allenatore non sappia motivare la squadra».

«In tanti in questa categoria – spiega ancora il tecnico spiegando come funziona il suo lavoro – hanno più esperienza di me, io non faccio mai niente da solo ma sono il responsabile. La prassi non cambierà, sarà simile a quanto fatto finora. Se le persone che arrivano sono contente di quanto fatto e della mia professionalità, questo può solo farmi piacere». Tedino non si tira indietro neanche nell’affrontare le voci di un Reja o Stellone come possibili successori: «Le scelte della dirigenza non spettano a me. Non ho avuto nessun tipo di segnale, ma io non mi sono mai sentito messo in un angolo. Io lavoro al massimo, se questo non basta non spetta a me dirlo. La squadra mi segue, io continuo a lavorare». 

Piccola parentesi anche su Slobodan Rajkovic, che durante il match con l’Ascoli ha subìto l’ennesimo infortunio: «Avevamo trovato un giocatore forte sul piano tattico e perderlo ci dispiace tantissimo. È una perdita pesante, il ragazzo ci ha dimostrato di essere un calciatore forte». Infine, il mister vuole togliersi qualche sassolino dalle scarpe per le voci circolate negli ultimi giorni: «Lo spogliatoio non è per nulla diviso. Ci sono stati sguardi duri e mandate a fanculo, ma tutto questo per vincere e dare il massimo. Se facciamo male non è per i rapporti tra i ragazzi. Invece sono stati costruiti castelli in aria su cose sulle quali avevamo lavorato da inizio stagione. Le voci sulla squadra – conclude il tecnico trevigiano – mi hanno dato tanto fastidio».


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