Missione compiuta, il Palermo è in finale playoff. E all’ultimo atto l’avversario sarà il Padova che ha eliminato il Catanzaro. Il tecnico Baldini nei giorni scorsi ha giustamente predicato prudenza e invitato il gruppo a non abbassare il livello di guarda ma, con sano realismo, è anche giusto riconoscere che grazie al successo per 3-0 ottenuto nel match d’andata i rosanero avevano già messo una seria ipoteca sulla qualificazione trasformando il ritorno della semifinale con la Feralpisalò al Barbera in una pura formalità. Bisognava solo tramutare le parole in fatti e la squadra, grazie anche alla spinta dei 35 mila spettatori presenti sugli spalti (record assoluto per il Palermo in una partita di serie C), è riuscita a mettere in pratica il proprio piano d’azione con lucidità e senza sbavature. L’1-0 finale porta la firma di Brunori il cui gol nel recupero del primo tempo – per l’attaccante, a segno con un rasoterra sul primo palo dopo essere scattato sul filo del fuorigioco in seguito ad un recupero-palla da parte di Luperini sull’ex di turno Pisano, si tratta della ventottesima rete stagionale – ha consentito al Palermo di creare le premesse per una serata tutto sommato all’insegna della tranquillità. Diversa certamente, in termini di suspense, a quelle vissute in occasione delle sfide contro Triestina e Virtus Entella nelle quali, ad un certo punto, il passaggio del turno è stato in bilico.
«Dobbiamo continuare a far valere queste cose: fame, intensità e voglia di non arrendersi mai – ha dichiarato Baldini nel post-gara – quelli che prima erano ragazzi adesso sono come degli eroi e meritano il concretizzarsi del percorso che li ha portati fino a qui. Era impossibile, del resto, non regalare una grande gioia ai 35 mila tifosi (di fede rosanero, in questa circostanza, anche nel settore ospiti dato che i circa dieci sostenitori della Feralpisalò sono stati sistemati in un altro ‘spicchio’ dello stadio, ndr) che ci sono venuti a vedere. In pochi credevano nelle nostre possibilità a lungo termine e invece noi, con la dignità e il coraggio tipico delle persone che dal nulla sanno costruirsi le proprie fortune credendo sempre nella speranza e nella fede che secondo me è la base per realizzare i sogni, piano piano siamo arrivati fino a questo punto. E adesso ci giocheremo la finale. Come diceva Nereo Rocco le finali non vanno giocate ma vinte e noi ci proveremo fino all’ultimo sapendo che di fronte ci sarà un avversario che la pensa alla nostra stessa maniera».
Dopo due pareggi interni di fila, in una data peraltro che ha un significato speciale per il popolo rosanero ricordando ad esempio che il 29 maggio 2004 è il giorno della storica promozione in A e il 29 maggio 2011 quello della finale di Coppa Italia contro l’Inter a Roma con 40 mila tifosi del Palermo allo stadio Olimpico, i rosa volevano cavalcare l’onda alimentata da un grande entusiasmo come dimostrano anche le bandierine rosanero ricomparse in alcuni quartieri della città e regalare al pubblico la prima vittoria casalinga in questi playoff: «Abbiamo fatto bene e devo dire che ogni occasione è utile per imparare – ha spiegato Baldini – Sono stati bravi i miei giocatori ad adattarsi alle difficoltà del match e a creare i presupposti per una vittoria difficile contro un avversario (che ha vinto in termini di fair-play e sul sociale avendo indossato nel riscaldamento pre-gara una maglia simbolica a favore della legalità con i volti dei giudici Falcone e Borsellino dopo, peraltro, avere visitato in mattinata il Giardino della Memoria a Capaci assieme al presidente della Lega Pro, Ghirelli) di tutto rispetto e che esprime un ottimo calcio».
Un’altra nota positiva è riconducibile al fatto che, anche in virtù del gol annullato nel finale al neo-entrato Khadim per fuorigioco in seguito all’intervento del Var, per la seconda volta di fila Massolo ha tenuto la porta inviolata: «Per noi questo è un sogno – ha sottolineato il portiere rosanero – arriviamo in finale dopo un’annata tosta in un girone pieno di squadre forti e spigolose. E adesso viene il bello, la promozione in B la meriterebbe tutto lo staff. L’affetto della piazza? E’ un qualcosa di incredibile e di bellissimo, nelle ultime tre partite la gente ci ha dato una spinta straordinaria. La Feralpisalò (compagine allenata da Vecchi, che nel palmares vanta sei titoli alla guida della Primavera dell’Inter, e che prima del doppio confronto con il Palermo aveva collezionato nove risultati utili consecutivi, ndr) l’avevo vista contro la Reggiana e mi aveva impressionato. Abbiamo affrontato una buonissima squadra e che, oltretutto, nei primi 20-25 minuti ha creato diverse occasioni. Siamo stati compatti e bravi a rimanere sullo 0-0 perché se avessero segnato, la gara avrebbe potuto prendere una piega diversa».
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