Palermo: i roghi di montagne d’immondizia? Spesso è l’unico modo per farla spazzare via

La vogliamo dire la verità sui roghi di rifiuti? Su Palermo? Su come è amministrata la città? Diciamolo: la città è amministrata male. Le responsabilità? Non sono tutte dell’attuale amministrazione comunale. L’eredità di dieci lunghi anni di centrodestra è pesante. Pesantissima. Però dobbiamo dirlo: non c’è un segnale di cambiamento. Almeno su questo fronte.

Con il Sindaco Diego Cammarata avevamo fatto l’abitudine ai roghi di rifiuti. Ci siamo dimenticati l’intervento della Protezione civile, nel 2009, per togliere l’immondizia dalle strade della città? Per evitare che il fuoco e la diossina liberata dalla combustione dei rifiuti invadessero Palermo?

In città, in tv, sui giornali leggiamo che la gente, esasperata, da fuoco ai rifiuti per liberarsene. E’ vero. Ma c’è un motivo in più. Ce l’ha spiegato, stasera, un signore che vive nelle periferie, là dove l’immondizia non si raccoglie per una settimana, dieci giorni, quindici giorni.

“Allora noi sa che facciamo? – ci dice questo signore -. Ci riuniamo in gruppi, ammassiamo tutta l’immondizia che possiamo raccogliere in un solo punto e appicchiamo il fuoco. Lo sappiamo benissimo che libera diossina. Ma sappiamo benissimo non possiamo nemmeno fare scendere giù i nostri bambini perché ci sono scarafaggi e topi. E sappiamo altrettanto bene che in estate, con queste temperature, con l’immondizia che rimane ammucchiata giorni e giorni, aumentando di giorno in giorno, rischiamo le malattie. E allora ben venga Eraclito con il suo fuoco purificatore”.

“Tra l’altro – aggiunge – se il fuoco è alto arrivano i pompieri. E dopo i pompieri arrivano quelli dell’Amia o non so più nemmeno io di quale azienda sono. So che arrivano, spengono il fuoco e si portano l’immondizia. Senza il fuoco l’immondizia resterebbe sotto le nostre case chissà per quanti altri giorni. Invece con il fuoco, come si dice dalle nostre parti, s’arricampano di corsa”.

Questa è Palermo. La futura “Capitale europea della cultura” che, per ora, piaccia o no ai nostri amministratori comunali, è la “Capitale della munnizza non raccolta”.

Già, la “Capitale della munnizza”. Perché anche in altre città – naturalmente del Sud Italia – perché nel Centro Nord queste cose non succedono: non ammetterlo non servirebbe a nulla – anche in altre città meridionali, dicevamo, è esplosa la crisi dei rifiuti per le strade. E’ successo a Napoli. E’ scoppiato un putuferio. Ma dopo il putiferio il problema è stato risolto. A Palermo il problema si ripresenta. Ciclicamente.

Con il Sindaco Cammarata ci siamo ‘bevuti’ due o tre crisi. E la cosa si sta ripetendo con l’amministrazione Orlando. Il tutto in uno scenario nel quale, appena l’anno scorso, la città e alcuni centri del circondario sono stati travolti da una pioggia di diossina provocata da un misterioso incendio della discarica di Bellolampo.

Superfluo aggiungere che non si è saputo più nulla né dell’incendio, né della diossina. Un finale tipico delle città sottosviluppate. Dove la Legga, a un certo punto, come direbbe il grande Fabrizio De Andrè, “getta la spugna con gran dignità”.

In più abbiamo il paradosso di un’incombente Tares, già approvata dalla Giunta comunale, che non riesce a togliere l’immondizia dalle strade, ma trova il tempo di aumentare le tasse sulla stessa immondizia che non sa smaltire.

Perché dovremmo dire che Orlando e la sua Giunta stanno amministrando bene? Perché, invece di occuparsi dell’immondizia, invia spedizioni di vigili urbani in ‘missioni notturne’ a multare gli ‘incauti’ cittadini che sono andati a godersi una manifestazione culturale?

Vogliamo parlare di un Consiglio comunale che, fino ad oggi, di concreto, ha approvato soltanto le delibere affaristiche che nemmeno la vecchia assemblea di Sala delle Lapidi ha avuto il coraggio di varare. Come lo scandalo del Piano di via Trabucco. L’ennesima operazione commerciale e speculativa. La riproposizione di una prassi che ha distrutto quasi tutti il tessuto artigianale tradizionale.

Non ci piace proprio questa città. E’ sporca. Le periferie sono completamente abbandonate. I Teatri stanno chiudendo. I giovani, con tutti ‘sti divieti cervellotici, si sono stancati pure di godersi le notti d’estate. Palermo, oggi, è una città a luci spente.

Forse si salva qualche brandello di verde che prova a venir fuori tra cumuli d’immondizia ed erbacce. Come sulla strada che dall’ex Zen porta a Mondello. Il resto è buio pesto.

 

 

 

 


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