Comera prevedibile, in piena campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco di Palermo e per il rinnovo del consiglio comunale scoppia la bomba sociale Gesip. E la società comunale, in liquidazione, nella quale prestano servizio oltre 2 mila precari. Per loro gli stipendi arriveranno fino al 31 marzo. Poi è tutto un punto interrogatvo. Con lapprossimarsi della scadenza, i dipendenti sono scesi in strada. In parte perché temono – e hanno ragione – di restare senza lavoro e senza coperture politiche. E, in parte, forse perché strumentalizzati da qualche forza politica.
Per loro si è mosso il commissario straordinario del Comune di Palermo, Prefetto Silvia Latella. Che si è più volte recata a Roma. Stando a indicrezioni, avrebbe ottenuto rassicurazioni dal ministero degli Interni. Il governo nazionale dovrebbe trovare le risorse per assicurare il lavoro – e quindi il pagamento degli stipendi – per i prossimi quattro mesi. Per consegnare, poi, la questione al nuovo sindaco e al nuovo consiglio comunale della città. Il problema è che, dopo qualche settimana di attesa, alle parole (in questo caso, alle indiscrezioni) non sono seguiti i fatti. E duemila persone – che poi sono duemila famiglie – non possono certo restare nellincertezza. se non altro perché, a partire da aprile, in un modo o nellaltro dovranno portare il pane a casa. E questo, ovviamente, è solo linizio. Perché se non si dovesse trovare una soluzione la campagna elettorale rischia di mescolarsi con una dura protesta sociale.
Il fatto è che qualcuno gioca sporco – sottolinea Alberto Mangano, consigliere comunale del gruppo misto, un ammnistratore che ha alle spalle una grande esperienza -. Ci sono consiglieri comunali che hanno messo in giro voci prive di fondamento. Ad esempio, hanno detto ai dipendenti della Gesip che il Comune, una volta incassati gli aumenti delladdizionale Irpef e dellImu, potrà pagare loro gli stipendi. E invece le cose non stanno così. Perché con gli aumenti e le nuove imposte il Comune potrà, a malapena, ripianare il proprio deficit.
Serve, insomma, un nuovo intervento del commissario straordinario del Comune e, soprattutto, chiarezza da parte della politica. A cominciare dai governi nazionale e regionale. E’ bene che gli oltre 2 mila dipendenti della Gesip sappiano che, mentre loro rischiano di restare senza stipendio a partire dall’1 aprile, il parlamento e il governo siciliani si accingono ad erogare oltre 40 milioni di euro ad associazioni, enti, fondazioni e clientele varie grazie alla cosiddetta ex tabella H. Sono clientele che vedono d’accordo partiti di maggioranza e di opposizione, perché la spartizione è generale.
La partita dei precari non è facile. Anche alla Regione ci sono problemi, visto che il mondo politico siciliano, per lunghi anni, ha preso in giro i cosiddetti precari storici. E adesso, dopo averli illusi, non sa più cosa fare.
Una cosa simile sta succedendo nel Comune di Palermo. Dove il conto di una gestione finanziaria dissennata dovrebbe essere pagato, a quanto pare, solo dai precari della Gesip. Che non ci stanno. E hanno ragione. E non a caso, sono pronti a dare battaglia. Meno di un mese fa si era capito che le contraddizioni – che noi preferiamo chiamare questioni sociali – sarebbero esplose qualche mese dopo l8 maggio, quando Palermo avrà un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale. Ora, invece, cominciamo a scoprire che tutto potrebbe iniziare in questa campagna elettorale.
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