Travaso, che per definizione è il trasferimento di un liquido da un recipiente ad un altro, nel vocabolario rosanero fa rima con amarcord. È un termine perfettamente compatibile con la gara in programma oggi alle 18 al Barbera e si riferisce alla frenetica operazione condotta nell’estate 2002 dal ds Foschi che, nei giorni in cui Zamparini acquistò da Sensi il club di viale del Fante, in extremis preparò su un pulmino un ‘pacchetto’ di giocatori del Venezia destinato a Longarone, sede del ritiro del Palermo. Su quel pullman, sul quale erano saliti dei giocatori del Venezia diventati giocatori rosanero durante il viaggio, c’era anche il bomber veneto Filippo Maniero. «Ricordo quell’esperienza, nuova e anche particolare – ha dichiarato l’ex attaccante ai microfoni di Meridionews – non capita spesso, durante la carriera di un calciatore, di vivere dei momenti del genere. Forse può capitare ad uno ma è difficile che accada contemporaneamente a dieci-dodici giocatori. Ci comportammo da professionisti e ci concentrammo solo sul campo creando i presupposti per la nascita di un gruppo compatto».
Venezia, dove l’attuale allenatore del Legnarese (Prima categoria) ha disputato quattro stagioni (tre di serie A e una di B, dal 1998 al 2002, segnando 54 gol in 116 presenze), e Palermo, piazza con cui si è misurato nel campionato cadetto 2002/03 collezionando 31 presenze condite da 13 reti, sono state due tappe importanti del suo percorso professionale. Motivo per cui, da un punto di vista emotivo, la sfida odierna avrà un significato diverso da quello della solita routine: «È chiaro che un incontro tra due squadre in cui ho giocato in passato, di più a Venezia che a Palermo, e in cui sono stato bene ha sempre qualcosa di speciale ed è anche per questa ragione che seguirò con interesse la partita». Una gara che, al netto di qualche segnale incoraggiante in merito ad un incremento del numero di spettatori rispetto al trend stagionale, si giocherà comunque in uno scenario totalmente diverso da quello a cui era abituato Maniero. Il Barbera strapieno del primo anno dell’era Zamparini è un lontano ricordo: «Fu uno spettacolo vedere 40 mila spettatori nel derby con il Catania ma anche in occasione di gare che non erano di cartello come ad esempio le sfide di Coppa Italia contro Taranto e Reggina. Avere la spinta di un pubblico caloroso come quello del Barbera per noi era un qualcosa di straordinario e, contestualmente, era un ostacolo in più per i nostri avversari. Lo stadio presenta adesso ampi spazi vuoti? È anomalo, mi dispiace. Non conosco bene i motivi di questo disamore (dettato – è bene precisarlo – dalla gestione Zamparini e non dai risultati della squadra, ndr) ma credo che i ragazzi non meritino l’indifferenza della gente per la classifica che hanno».
E a proposito di alta classifica, rispetto al secondo posto della compagine di Tedino strutturata comunque per un campionato di vertice, molto probabilmente fa più notizia il viaggio ad alta quota dei neopromossi lagunari: «Non ricordo un campionato equilibrato come questo – ha ammesso il quarantacinquenne ex rosanero e arancioneroverde – ci sono tante squadre raccolte in pochi punti e anche chi è in zona retrocessione, paradossalmente, può ambire ai playoff. Il Palermo, attrezzato per la promozione, affronterà oggi un’altra squadra che lotterà fino alla fine. Il pronostico pende leggermente dalla parte dei padroni di casa». Chiamati ad interpretare nella maniera giusta un match che presenta diverse insidie: «Il Venezia ha una buonissima organizzazione difensiva e lo dimostra il fatto che è la squadra con meno gol subiti. Il Palermo potrebbe trovare delle difficoltà contro una formazione che chiude bene gli spazi e che sa far male anche in zona gol. I rosanero dovranno essere bravi a gestire i momenti del match con attenzione e pazienza e sfruttare le occasioni che capiteranno. Basta un solo guizzo per spostare gli equilibri».
Dipenderà soprattutto dalla capacità del Palermo di eludere le trappole preparate dalla formazione di Inzaghi, tecnico per il quale Maniero spende parole al miele. La cartolina con mittente Pippo e destinatario Pippo è ricca di complimenti: «Inzaghi sta facendo da allenatore ciò di cui non si occupava da giocatore. Prima pensava a fare gol e adesso pensa soprattutto a non prenderne. Battute a parte, sta dimostrando di essere un allenatore preparato e che sa il fatto suo. L’anno scorso ha centrato la promozione in B e non è mai facile vincere un campionato. I risultati che sta ottenendo adesso confermano che il rendimento della squadra nella scorsa stagione non era casuale».
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