Palermo corsaro nel segno di La Gumina Vittoria preziosa ma brividi finali evitabili

Cantera del Palermo alla riscossa. Nel giorno in cui la formazione regina del settore giovanile centra un traguardo prestigioso staccando il biglietto per il campionato di Primavera 1, il destino ha voluto che fosse il palermitano La Gumina, prodotto del vivaio, uno dei principali artefici della vittoria della prima squadra. Vittoria, ottenuta con il punteggio di 3-2 sul campo del fanalino di coda Ternana, che consente ai rosa di ‘rispondere’ ai contemporanei successi delle dirette concorrenti e di ribadire la propria candidatura nella corsa per la promozione diretta. Sulla sesta affermazione esterna del Palermo in campionato c’è il marchio indelebile dell’ex attaccante della Primavera, autore della sua prima doppietta in serie B e salito a quota otto in campionato. Grazie a due reti da attaccante dotato di grande fiuto del gol: il primo al 23’, con un diagonale sul secondo palo al culmine di uno scatto che ha bruciato in corsa Rigione e il secondo, allo scadere della prima frazione, sul filo del fuorigioco con un altro piatto destro ad incrociare. I suoi acuti hanno spostato l’asse del match dalla parte degli ospiti e, a posteriori, sono stati determinanti ai fini del successo della formazione di Stellone. Determinanti perché hanno dato al Palermo, che non vinceva fuori casa dallo scorso 29 marzo in occasione del blitz a Chiavari contro l’Entella, l’impulso necessario per scattare in avanti e incanalare sui propri binari un match pieno di insidie fino all’ultimo secondo. La doppietta di La Gumina, ex di turno, e il tris di Rolando al 16’ della ripresa (per l’esterno di proprietà della Sampdoria, in evidenza anche come assist-man, si tratta della prima marcatura in campionato) sembravano avere messo il punto esclamativo sull’incontro e invece questi tre gol non sono bastati ai rosa per conquistare una vittoria in scioltezza.

Incredibile il modo in cui gli uomini di Stellone hanno trasformato un successo largo e ormai in cassaforte dopo un quarto d’ora del secondo tempo in un’affermazione sofferta. A questo punto è lecito porsi una domanda. Quanti gol deve fare la squadra per evitare patemi e mettere i tifosi nelle condizioni di godersi una vittoria senza palpitazioni? Di solito tre reti dovrebbero essere sufficienti per conquistare un successo tranquillo e invece, ancora una volta, la squadra non ha avuto la capacità di dare il colpo di grazia ad un avversario allo sbando. Brava la Ternana a credere fino all’ultimo nella possibilità di portare a termine una clamorosa rimonta ma la reazione di orgoglio dei padroni di casa, destinati con questa sconfitta alla retrocessione, nasce dall’atteggiamento remissivo di un Palermo che, ad un certo punto, ha tolto il piede dall’acceleratore. E questo non è ammissibile, soprattutto in un momento cruciale della stagione in cui anche i dettagli possono fare la differenza.

Nuova guida tecnica ma vecchi difetti: il Palermo non sa sferrare il colpo del ko quando ne ha la possibilità. L’imprecisione sotto porta di Moreo, attaccante generoso ma con una scarsa attitudine al gol, e l’errore clamoroso del neo-entrato Trajkovski a tu per tu con il portiere poco prima che Finotto (entrato al 67′ al posto di Piovaccari, che nel primo segmento del match aveva colpito un palo sullo 0-0, e autore del momentaneo 1-3) fallisse la rete del pareggio a pochi passi da Pomini potevano essere pagati a caro prezzo. Stellone dovrà lavorare molto sull’aspetto mentale della squadra. Alla quale, anche con toni decisi, va detto che non può rischiare di vanificare la mole di lavoro sviluppata per un’ora con criterio ed efficacia e di gettare al vento due punti fondamentali in chiave promozione. La ripetitività di certe situazioni conferma che i rosa devono crescere in termini di mentalità e che, in generale, amano la suspance. Il Palermo, squadra inaffidabile, in un modo o nell’altro tiene sempre con il fiato sospeso gli spettatori di fede rosanero. Che, tuttavia, al di là dei brividi ai titoli di coda prodotti dal secondo gol degli umbri firmato Tremolada, guardando il film proiettato allo stadio Liberati avranno notato anche segnali positivi come la freddezza sotto porta di La Gumina, a segno per la seconda gara consecutiva, la verve di giocatori rilanciati sotto l’aspetto psicologico come Rolando e anche lo spirito di sacrificio di big come Coronado, più defilato rispetto ad altre partite in virtù di determinati compiti da rispettare in qualità di esterno sinistro di centrocampo in un 4-4-2 ma prezioso in un paio di circostanze in fase di copertura.


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