Palermo, Chiesa della Noce, dove la carità e la gentilezza sono, se va bene, optionals

Palermo, chiesa del Sacro Cuore nel popolare quartiere della Noce. Ore 08 e 40. La Santa Messa è terminata da qualche minuto. Una fedele aspetta che il sacerdote rientri in sacrestia. Qualche minuto dopo si presenta al cospetto dello stesso sacerdote. Vuole sapere se verrà celebrata la Messa delle otto di mattina nel Triduo Pasquale (Giovedì, Venerdì e Sabato Santo).

– “Buon giorno, posso chiedere un’informazione?”, domanda la fedele.

– “Aspetti che il sacerdote finisca di cambiarsi d’abito”, le risponde il sagrestano con tono non proprio caritatevole.

La fedele aspetta qualche minuto fuori dalla porta della sagrestia.

Esce il sagrestano. La signora chiede:

– “Sa, posso chiederlo anche a lei: la Santa Messa delle otto di mattina verrà celebrata nel Triduo Pasquale?”.

– “Io questo non lo so – risponde il sagrestano -. Chieda al parroco”. E indica alla fedele una stanza dove c’è un sacerdote anziano che parla con una signora.

La porta della stanza è aperta. La fedele osserva. Si accorge che il sacrdote e la signora hanno terminato la conversazione. Bussa timidamente alla porta e chiede:

– “Scusate, un’informazione: verrà celebrata la Messa delle otto di mattina il Giovedì, il Venerdì e il Sabato Santo?”.

La signora che sta accanto al sacerdote sorride ironicamente:

– “Il Sabato Santo, alle otto di mattina – risponde la signora vicina al sacerdote – la Messa non viene celebrata”.

La fedele non riesce a capire il perché di quel sorriso ironico. Ma non reagisce.

A questo punto, bontà sua, il sacerdote, che fino a quel momento non ha risposto nemmeno al saluto, rivolge alla fedele uno sguardo indefinibile: disprezzo? indifferenza? superiorità? Poi prende dalla scrivania uno foglietto dove stanno scritte tutte le funzioni del Triduo Pasquale e, senza parlare e senza nemmeno rivolgere lo sguardo alla fedele, le porge il foglio.

La fedele è perplessa. Esce dalla sagrestia dicendo:

– “Scusate, ho semplicemente posto una domanda”.

Appena in chiesa, con la certezza di essere stata vittima di una grande mancanza di carità e di educazione, poggia il foglietto sulla prima panchina e si avvia verso la porta.

Cosa avrà pensato?, ci chiediamo noi.

La raggiungiamo e le chiediamo:

– Signora, ci spiega che cosa è successo?

– “Niente di particolare. Ho avuto la prova che la Chiesa è divina. Perché se è sopravvissuta con questi ministri, non può che essere divina”.

“Il sale è scipito – aggiunge la signora uscendo dalla chiesa -. E se io, che vado a Messa ogni giorno da una vita, ho una grande voglia di non mettere più piede in una chiesa, s’immagini cosa devono pensare quelli che entrano in questa chiesa per la prima volta”.

foto tratta da fratiminoriconventualisicilia.it


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