Palermo-Catania, l’odissea sulle alternative all’A19 «Una follia dirottare il traffico dove dice l’Anas»

Gli autobus di linea sono passati da un viaggio di due ore e mezza a uno di quattro ore e mezza. Chi ha deciso di seguire alla lettera le indicazioni dell’Anas, si è trovato a procedere in fila indiana zigzagando tra gli smottamenti e i restringimenti della Statale 643. C’è chi è stato dirottato lungo la costa, prima tirrenina, poi ionica. E chi infine ha scelto di fidarsi delle sua esperienza delle strade interne e infernali del cuore della Sicilia ed è finito sulla neve delle Madonie, ma alla fine ha comunque fatto prima. Viaggiare in auto, o in pullman, da Palermo a Catania ha smesso di essere semplicemente un’azione nello spazio, diventando anche un tuffo nel tempo. Alla Sicilia pre-autostradale degli anni ’60. 

E’ bastata una frana – quella che da dieci anni scende dalle colline di Scillato e che adesso è arrivata a investire due piloni su cui poggia una delle due corsie dell’A19 – per mandare in tilt il trasporto nell’Isola. Al punto da spingere il governo regionale a chiedere lo stato di calamità, che dovrebbe essere formalizzato nella riunione di giunta di martedì. «La Sicilia – ha affermato Rosario Crocetta – non può essere spaccata in due, porrò immediatamente il problema al ministro delle Infrastrutture Delrio per attivare le procedure necessarie». Il presidente della Regione ha aperto anche all’ipotesi di coinvolgere eventuali privati con il sistema del project financing. «Occorre comprendere – ha detto – se su queste opere esistono o no i fondi statali, oppure credo che l’unica cosa ragionevole da fare sono project financing finalizzati a rendere efficienti le autostrade  per evitare i problemi annosi che si sono presentati». Ma da Roma la risposta è stata gelida, ed è arrivata tramite Erasmo D’Angelis, coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi, #italiasicura contro il dissesto idrogeologico che ha accusato Regione e Anas di non aver fatto nulla.

Mentre la politica e i tecnici discutono sulle soluzioni a breve e medio periodo, i cittadini vivono i disagi che rischiano di protrarsi per molto tempo. L’Anas ha comunicato ufficialmente i percorsi alternativi: per le auto e i mezzi pubblici che vanno a Catania, bisogna uscire dall’autostrada A19 a Scillato, e addentrarsi lungo la statale 643 e poi sulla statale 120, e infine reimmettersi sull’autostrada A19 allo svincolo di Tremonzelli. Percorso inverso per chi va a Palermo. Solo che la realtà è molto più dura.

«Sabato all’ora di pranzo gli operatori dell’Anas mi hanno obbligato a uscire dall’autostrada a Buonfornello e non a Scillato come consigliano, invitandomi a prendere l’autostada A20 per Messina e poi l’A18 fino a Catania, perché le statali sono una franata e una chiusa. Ma avrei allungato tantissimo, così ho fatto di testa mia». Mario Conti è un operatore turistico catanese che viaggia diverse volte alla settimana tra il capoluogo etneo e Palermo per motivi di lavoro. Sabato sarebbe voluto arrivare in tempo per assistere al derby tra Catania e Trapani, giocato alle 15 al Massimino. «Sono partito alle 12 e 20 dall’ente fiera di Palermo, sono arrivato a Catania alle 16 e 30, in tempo solo per vedere il quarto gol dei rossazzurri». 

In mezzo un pellegrinaggio su e giù per le Madonie, toccando i paesi di Collesano, Piano Zucchi e Piano Battaglia. E giù a Petralia Sottana per poi riprendere l’A19 al casello di Tremonzelli. «Anche le strade delle Madonie sono franate in diversi punti – spiega Conti – le ho fatte a mio rischio e comunque già un pullmino non passa. A Piano Battaglia ho pure trovato 40 centimetri di neve. Sempre meglio di fare il giro da Messina: sono cento chilometri in più e soprattutto i costi aumentano». Il pedaggio dell’autostrada Palermo-Messina è di 11 euro e 30 centesimi, più quello tra la città dello Stretto e Catania, di 3 euro e 70: totale 15 euro di soli biglietti. Mentre l’A19 Palermo-Catania è gratuita. «Quantomeno – suggerisce Mario Conti – vista l’emergenza, potrebbero ridurre il pedaggio». 

Proprio su questo tema, è intervenuta anche la Coldiretti lanciando l’allarme: «L’aumento dei costi di trasporto e gli inevitabili ritardi mettono a rischio i mercati di sbocco soprattutto per i prodotti deperibili come la frutta e verdura, ma anche gli altri generi alimentari che hanno i tempi di consegna tassativi della grande distribuzione».

Un contenimento dei costi è quanto, almeno in questi giorni, sta facendo la Sais, società di autolinee che copre la tratta Palermo-Catania in autobus. Per ovviare alla chiusura dell’A19, ha deciso di optare per il percorso A18+A20, passando quindi per Messina. Mantenendo invariato il prezzo del biglietto: 15 euro e 20 centesimi solo andata. Cancellando, però, due corse al giorno sia nei giorni feriali che nei festivi. «Siamo inondati di telefonate da parte di utenti preoccupati che chiedono informazioni, per ora seguiamo questa via, ma non può rimanere così per anni», spiega un operatore. 

Restano, infine, le alternative consigliate dall’Anas lungo le strade statali. Le ha percorse ieri anche il deputato palermitano di Sinistra ecologia e libertà, Erasmo Palazzotto, il cui report conclusivo è disastroso. «Sono uscito a Scillato e ho preso la statale 643 per Polizzi per poi rediscendere a Tremonzelli. La statale non è in grado di reggere questo traffico. Ho contato almeno dieci frane e smottamenti, anche perché fino a ieri era chiusa, a causa di una frana che ostruiva completamente la carreggiata». Ragione per cui da tempo i cittadini di Polizzi chiedono un intervento, arrivato miracolosamente ieri quando parte del fango è stata rimossa. 

«La strada non è in sicurezza – precisa Palazzotto – ci sono avvallamenti, punti in cui la carreggiata è scesa e sta franando. Farla di sera è molto pericolosa. Purtroppo non credo che la frana dell’A19 si può mettere in sicurezza in breve tempo, sarà complicato trovare una soluzione. Ma – conclude – pensare di dirottare lì il traffico che collega la Sicilia occidentale a quella orientale è una follia».


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