Palermo, acqua per tutti (a prezzi più bassi)

da Giovanni Pizzo
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Palermo fu, ai tempi degli arabi, una città che usava l’acqua per la bellezza, il benessere e la ricchezza. Oggi dobbiamo riprendere quel filo e, attraverso una gestione efficiente ed equa del bene acqua, riproporre un modello sostenibile di sviluppo.

L’acqua è un bene comune, allo stesso tempo componente essenziale dell’ambiente e fattore per la produzione di ricchezza. Solo se abbiamo chiare queste diverse funzioni del bene acqua possiamo costruire una politica di gestione sostenibile del bene.

E’ un’azione che la nuova amministrazione comunale di Palermo potrebbe sviluppare immediatamente, anche perché l’Azienda Comunale di gestione dei servizi idrici, l’AMAP, è una delle poche entità che non è stata completamente distrutta dall’orda dei barbari che ha soffocato la città negli ultimi dieci anni. La lunga battaglia che nel corso dell’ultimo decennio ha visto schierati contro la sopravvivenza dell’azienda le più svariate forze politiche ed imprenditoriali è stata vinta, per merito, soprattutto, della forza e della professionalità dei suoi dipendenti e del movimento di popolo che è stato promotore del referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici nel 2011.

Poiché l’alibi per la privatizzazione è sempre stato quello che il pubblico è inefficiente, la sfida di oggi, per la nuova amministrazione comunale, è quella di rompere questo tabù e dimostrare che la gestione dei beni comuni può essere fatta in modo efficace per il bene comune e diventare strumento di una politica di sviluppo sostenibile.

Al contrario dell’Azienda che si occupa della nettezza urbana (AMIA), che costituisce un grave problema per il Comune, l’AMAP, se opportunamente orientata, rappresenta un’opportunità per il rilancio economico e civile della città in una chiave di sostenibilità e qualità della vita. L’Azienda deve diventare lo strumento attraverso il quale l’amministrazione può sviluppare una politica ambientale e di miglioramento della qualità della vita per contribuire al rilancio dell’immagine della città. Questa sfida va raccolta oggi in un momento di grande trasformazione del sistema istituzionale che governa il settore. (foto a destra tratta da impresapalermo.it)

Nel giro di pochi mesi abbiamo avuto la soppressione dell’ennesima infausta intermediazione politica degli ATO (attualmente in regime di “prorogatio” fino alla fine del 2012 in attesa che le regioni decidano a chi affidare i compiti loro assegnati), il Referendum che ha eliminato la possibilità che si possa lucrare sul capitale investito per le infrastrutture idriche e il trasferimento all’Autorità per l’energia elettrica ed il gas (Autorità) delle funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici. Si tratta di una evoluzione in senso positivo che porta a distinguere tra la regolazione delle risorse, che restano in capo alle Istituzioni ambientali preposte (Regione, Autorità di Bacino) e la regolazione dei servizi idrici, che mira a dare agli utenti servizi efficienti, con livelli di qualità almeno pari a standard minimi prefissati, nel rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del Gestore, sia esso pubblico o privato.

L’Autorità è già al lavoro ed ha avviato una consultazione pubblica per l’adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi idrici. Non ci addentriamo negli aspetti tecnici di dettaglio del documento pubblicato, ma è certo che ci si avvia verso una nuova fase nella quale le Aziende dovranno organizzare i propri bilanci e i criteri operativi in modo adeguato al sistema di regolazione che verrà attivato.

Secondo l’Autorità, gli obiettivi della regolamentazione sono quelli di garantire il cliente, fornire incentivi ai Gestori per assicurare un servizio efficiente, agevolare la finanziabilità del settore. Il nuovo modello tariffario si baserà su tre capisaldi:

a) la tenuta dei conti secondo procedure che ne garantiscono il “riscontro contabile, la tracciabilità e la pertinenza”;

b) il riconoscimento di costi standard efficienti;

c) la qualità del servizio, articolata come qualità tecnica, ambientale e commerciale.

Questo nuovo quadro regolatorio sarà applicato attraverso fasi transitorie di raccordo con quello attuale. La sfida, quindi, è quella di affidare all’Azienda la “mission” di Soggetto attivo di una politica di gestione sostenibile ed equa del bene comune acqua, non solo per la città di Palermo, ma per tutta l’area di riferimento da cui proviene la preziosa risorsa (le aree di alimentazione dei bacini idrici da cui sono prelevate le acque gestite dall’AMAP interessano una buona fetta del territorio della Provincia) all’interno del nuovo quadro di regole che si sta delineando. (foto a sinistra tratta da provincia.palermo.it)

Per passare alle proposte concrete si possono individuare alcune delle linee strategiche su cui si dovrà sviluppare l’azione di questo Soggetto. In primo luogo (usando in senso ambientalistico i termini dell’economia finanziaria), ci si deve occupare della “remunerazione” del vero capitale che va remunerato: la risorsa naturale. Partendo da quanto previsto nel Piano di Tutela delle Acque, si dovrà incalzare la Regione a fare rispettare “le aree di tutela della risorsa”, appositamente individuate per assicurare il mantenimento della qualità dell’acqua per l’uso potabile.

In ogni caso, nel bilancio dell’Azienda dovranno trovare spazio gli investimenti per la tutela della qualità della risorsa che, come riconosciuto anche dal documento dell’Autorità, in linea con i dettami della Direttiva Comunitaria 2000/60/CE (Direttiva quadro acque) devono essere riconosciuti in tariffa; questi investimenti dovranno essere concordati con le comunità di quei territori nei quali ricadono le aree che raccolgono l’acqua destinata alla città e saranno indirizzati a sostenere le azioni di tutela prescritte dalla legge per mantenere elevata la qualità della preziosa materia che costituisce il “capitale” acqua.

Dobbiamo usare bene la risorsa acqua, anche per la bellezza, come facevano gli arabi. Dobbiamo riprendere i programmi di riutilizzo delle acque depurate che era stato iniziato dieci anni fa e che in questi anni bui è stato affossato: non sappiamo ancora, infatti, che fine hanno fatto i finanziamenti che il Ministero dell’Ambiente aveva destinato a questo scopo. Le acque depurate, opportunamente igienizzate, potrebbero essere utilizzate per l’abbellimento dei parchi urbani a cominciare di quello della Favorita per il quale è già in corso il progetto di rilancio.

Dobbiamo usare l’acqua in modo sostenibile, cioè eliminando gli sprechi e favorendo il risparmio. Si dovrà modificare la struttura del bilancio del Gestore del servizio: deve fatturare meno volumi d’acqua e più servizi di qualità. Cosa che si può fare, ricordando che l’acqua è, nello stesso tempo, un elemento indispensabile per la vita civile, ma anche “fattore di produzione” per attività redditizie.

Bisogna puntare ad una struttura dei prezzi differenziata: chi usa l’acqua per i bisogni civili primari dovrà pagare poco o niente (fino a 50 litri per abitante potrebbe essere gratis), e chi, invece, vuole innaffiare villette, attici e giardini pagherà molto di più di prima, così come ancora di più dovrà pagare chi usa l’acqua come un fattore di produzione (ristoranti, bar, alberghi, officine autolavaggi, ecc.).

Deve essere una politica di prezzo che distingue l’uso minimo indispensabile da quello normale civile e da quello produttivo.

Il Gestore deve fornire più servizi per l’uso sostenibile dell’acqua: si dovranno potenziare i servizi “post contatore” in modo da fornire, a chi lo chiede, la garanzia dei controlli di qualità AMAP fino al rubinetto di casa e non fino al contatore. Questo riguarda, per esempio, i grandi complessi residenziali che usano vasche condominiali.

Un’azione ambientalmente positiva ed economicamente efficiente è quella di sostituire almeno una quota di consumi di acque minerali imbottigliate con acqua di rubinetto, in modo da ridurre i consumi di acqua minerale che, come è noto, sono fra i più impattanti sull’ambiente per via dei trasporti, le conseguenti emissioni di CO2, e i milioni di contenitori di plastica che ritroviamo nei rifiuti.

Ma si può fare di più per fare concorrenza all’acqua minerale: si potrebbe portare in ogni quartiere una piccola “Sorgente di Scillato”, facendo arrivare nei punti della città dove è possibile l’acqua delle ottime sorgenti che alimentano la città, senza miscelarla con le altre fonti, per distribuirla con piccoli impianti (come le “case dell’acqua” che già si vedono in altre città), sia liscia che gasata, ad un prezzo pari a meno del 30% di quello delle acque minerali.

L’AMAP deve ritornare ad essere il perno delle decisioni di investimento e non essere lasciata ai margini ad assistere a tentativi di spartizione di parcelle e appalti da parte della Provincia e del c.d. Gestore privato venuto dal Piemonte (APS S.p.a.), sulla pelle dei Palermitani che sono quelli che pagano milioni all’anno di bolletta.

Bisogna completare il risanamento della costa, eliminando lo scarico delle fognature, che provengono da oltre mezza città, e sboccano davanti ai Cantieri Navali per portarlo verso l’impianto di depurazione di Acqua dei Corsari che deve essere ammodernato e potenziato per accogliere le nuove portate idriche. Deve essere completato il piano di rinnovo delle sottoreti, per le quali ci sono i progetti (Boccadifalco, Villagrazia, Villa Adriana, Brancaccio) così da eliminare per tutti e definitivamente le turnazioni ancora in atto. Bisogna realizzare subito la variante del nuovo acquedotto di Scillato per eliminare il tratto in frana a causa del quale si sono buttati a mare milioni di metri cubi di acqua della migliore sorgente cha abbiamo.

Il Gestore dovrà presentare accanto al bilancio “civilistico” economico finanziario, anche il “Bilancio di sostenibilità”, secondo i principi fissati dalle Organizzazioni internazionali, nel quale si deve dare conto degli impatti sociali, etici ed ambientali dell’attività svolta.

In definitiva la gestione del servizio idrico e la relativa azienda dovranno diventare uno strumento di produzione di qualità della vita e di politica dello sviluppo sostenibile nel settore dell’acqua.

In prima pagina e sopra un’immagine dell’acqua di scillato tratta da terrasiniblog.wordpress.com

 

 

 


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